IED e Coldiretti Giovani presentano "Coltivare la fiducia - un progetto di agricoltura urbana condivisa e collaborativa" alla Social Media Week 2015.

IED e Coldiretti Giovani presentano “Coltivare la fiducia – un progetto di agricoltura urbana condivisa e collaborativa” alla Social Media Week 2015.

Digitale, agricoltura e giovani. Questo è Greenmore, il progetto di orti urbani 2.0 sviluppato da Coldiretti e dagli studenti dell’istituto IED di Milano, presentato oggi in anteprima alla Social Media Week. La sfida? Rendere gli orti urbani più affollati delle discoteche.

Un italiano su quattro si dedica alla coltivazione fai da te e l’agricoltura sul balcone, sui tetti o in piccoli fazzoletti di terra è un fenomeno in costante aumento anche nelle grandi città. Non tra i giovani però. La carica dei pollici verdi ha un’età media di sessanta anni. Nelle pratiche dell’urban farming in Italia le nuove leve non si sporcano le mani. «L’orto? È da vecchi». «Troppa fatica». «Vado al supermercato».

I rappresentanti della generazione X e i cosiddetti millenial si dichiarano poco o per nulla interessati al tema. Per cancellare l’idea dell’orto come un qualcosa di arcaico e lontano, IED e Coldiretti Giovani Imprese hanno scelto di sfruttare il potere della tecnologia con l’ambizione di rendere l’agricoltura «friendly, appealing e visionaria». Digital, mobile e social experience i nuovi attrezzi del mestiere. L’app di Grreenmore sarà donata a Comuni e agricoltori per implementare la cura degli spazi verdi in città. Il modello è quello della sharing economy e di altre esperienze di successo, come Uber, BlaBlaCar, Airbnb, che si fondano su un’idea di condivisione e di fiducia. Greenmore è semplice e accogliente: come una community offre amici da incontrare, la possibilità di nuove esperienze e informazioni pratiche nell’idea che tutti possono diventare dei piccoli agricoltori. Basta uno smartphone.

Trasformare Milano in una metropoli verde è l’ambizione degli studenti dello IED. Il modello è Detroit: da motor city a rigogliosa farm city in poco più di un decennio, dopo che la crisi dell’industria automobilistica e il conseguente spopolamento ne hanno ridisegnato spazi e ambizioni. Là dove c’era la città ora c’è una prateria urbana brulicante di mercati locali, luoghi di aggregazione, workshop, fermento culturale. L’agricoltura non è più solo un mestiere ma uno stile di vita e un modo per esprimersi: «A Milano vogliamo creare nuovi spazi in cui coltivare i propri ortaggi e nuovi luoghi di incontro e di socializzazione per i giovani», spiegano gli ideatori del progetto.

Con l’applicazione mobile Greenmore si potrà consultare gli orti vicini che hanno bisogno di manodopera, conoscere altri farmer e darsi appuntamento nell’orto (una sorta di social network), postare recensioni su spazi verdi e prodotti coltivati. Ma per attrarre i giovani serve qualcosa in più: il progetto si basa su un sistema di reward, ovvero premi in viaggi, prodotti culturali o voucher per l’acquisto di cibi freschi a metri zero nei farmers market della zona, in cambio di una semina, una raccolta o un lavoro in serra.

Agricoltura significa biodiversità, tutela del paesaggio, cibo di qualità. In una parola: bellezza, «la nostra chiave di successo nel mondo». L’agricoltura urbana oggi ha già convinto 800 mila persone ma l’ambizione di Coldiretti e IED è di farne un fenomeno virale: creare una community verde, sfruttando la tecnologia mobile e l’entusiasmo dei giovani, non più (solo) «portatori di bisogni» ma volto social del cambiamento e motore dell’intergenerazionalità. Un progetto condiviso da Alessandro Capelli, delegato alle Politiche giovanili del Comune di Milano, che ribalta la concezione del verde nel capoluogo lombardo: non più elemento ornamentale ma il sistema verde come natura che entra in città e che i cittadini vivono in prima persona, facendola propria. Un’idea lanciata con l’hastag #lanaturaentraincitta, neanche a dirlo, rigorosamente digital.

Elisabetta Invernizzi