Protesta del Movimento 5 Stelle per la visita del cardinale Angelo Scola nella sede del Consiglio regionale lombardo. All’arrivo dell’arcivescovo di Milano nella sala del Pirellone, accompagnato dal presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo e dal governatore Roberto Maroni, i nove consiglieri grillini hanno abbandonato l’aula in silenzio. Al braccio portavano un bavaglio bianco in segno di dissenso per essersi visti negata la possibilità di prendere la parola e criticare la scelta di ospitare un’autorità religiosa in una sede ”laica”.

“Non vogliamo mancare di rispetto a nessuno – ha detto il consigliere del M5S Stefano Buffagni – ci mancherebbe, però non consentiamo che il presidente Cattaneo utilizzi il Consiglio come se fosse il balcone di casa sua, invitando chi crede senza confrontarsi con i gruppi”.

Scola ha visitato la mostra “Momenti di Lombardia” allestita nello spazio eventi al primo piano di Palazzo Pirelli e poi tenuto un discorso sul tema “Un nuovo umanesimo: il futuro della Lombardia”. L’incontro, in realtà, era previsto già a dicembre, ma era stata posticipato. Anche allora i consiglieri Cinque Stelle avevano alzato polemiche. La portavoce Paola Macchi era insorta: “In uno Stato laico le istituzioni devono mantenere un profilo aconfessionale”.

“È ben chiaro a tutti noi che questa assemblea legislativa, è una istituzione laica e nessuno rincorre confessionalismi fuori luogo e fuori tempo”, ha affermato Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale della Lombardia nel suo saluto all’arcivescovo.

”Il presidente Cattaneo ha appena dichiarato che la vera laicità è disponibile ad ascoltare chiunque – ha detto  Macchi – il M5S fa di questo uno dei suoi principi, ma rivendichiamo la laicità delle aule dove si legifera e dei momenti a questo preposti”. I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno salutato l’arcivescovo di Milano prima che lasciasse l’Aula, ”gli abbiamo detto che lo abbiamo ascoltato dal nostro ufficio, perché noi non siamo contro la Chiesa e contro nessuna religione”, ha spiegato ai giornalisti la portavoce. “Rispettiamo il cardinale, ma ci teniamo a salvaguardare luoghi come questo in uno Stato laico”.

Gabriele Principato