ciboscuoleFar mangiare le verdure a un bambino è un’impresa difficile, si sa. Broccoli, cavolfiori, fagiolini…più un cibo è sano per mamma e papà, meno sarà apprezzato dai figli seduti a tavola. E se per una famiglia il problema è limitato e si può risolvere con tanta pazienza e qualche nuova ricetta, non è altrettanto facile per Milano Ristorazione che si occupa di sfamare i 65mila bambini milanesi che mangiano ogni giorno nelle mense scolastiche. E tra diete, intolleranze alimentari o semplici capricci non è semplice creare un menu che riesca ad accontentare tutti. E che soprattutto non faccia avanzare il cibo nel piatto.

“Dai risultati dell’ultima rilevazione eseguita nelle scuole di Milano nel mese di febbraio 2013 sulle 4 settimane di menu su un campione di 1000 utenti – spiega l’azienda di ristorazione scolastica – emerge che i bambini apprezzano maggiormente il pasto e mangiano di più con conseguente minor spreco di alimenti”. Rispetto al dato rilevato ad inizio 2012, il gradimento medio dei pasti, secondo la rilevazione, è passato da 72% a 75,10%. Un dato positivo che consente il superamento della soglia del cosiddetto “totalmente accettato”, fissato al 75% dalle Linee Guida per la Ristorazione Scolastica della Regione Lombardia. La percentuale di avanzi si ferma quindi al 25% tra cibo lasciato nel piatto e pasti non consumati, 8,6 tonnellate di cibo. Per abbattere del tutto questo dato, il comune di Milano ha promosso un’iniziativa che coinvolge anche Milano Ristorazione: “doggy bag” per i bambini, che possono portare a casa il cibo che hanno avanzato, e un circuito di solidarietà che destina ai poveri i pasti non consumati.

La partenza è stata il 4 febbraio con 80/100 pasti donati alla struttura di accoglienza di via Pollini realizzata nei locali sottratti alla mafia, dove l’Associazione City Angels li ha distribuiti ai suoi assistiti.  Si tratta di pasti che vengono preparati in eccedenza ogni mattina in quattro centri cucina e che non vengono nemmeno portati alle scuole perché ci sono alunni assenti. Le  pietanze vengono congelate e regalate alle organizzazioni no profit che gestiscono mense dei poveri. “Banco Alimentare continuerà a recuperare frutta e pane dalle scuole. Ma collaboreremo anche con altri enti” è l’idea di Gabriella Iacono, presidente di Milano Ristorazione.

Per Milano Ristorazione lavorano 26 Centri Cucina servono  448 refettori e 191 nidi di infanzia, per un totale di 80mila pasti. Considerate queste cifre, gli 80/100 pasti giornalieri per i poveri sembrano davvero poca cosa, rispetto alla potenziale quantità di cibo distribuibile. Certamente si tratta di una sperimentazione che deve far fronte anche alle severe norme igieniche che limitano il riutilizzo di cibo avanzato, quelle stesse norme che, per esempio, non permettono ai panificatori di distribuire alle mense dei poveri il pane che avanzano a fine giornata.

La “s-porta a casa” (è una delle ipotesi per il nome) invece sembra essere un’idea vincente: conterrà solo alcuni alimenti facilmente conservabili e non rapidamente deperibili come frutta, pane, muffin e budini: sono sempre più le famiglie in difficoltà per cui avere la frutta o la merenda a casa può fare la differenza. “Ci sono molti bambini – spiegano da Milano Ristorazione – per i quali il pranzo in mensa è l’unico pasto completo della giornata: la “doggy bag” scolastica vorrebbe essere un aiuto in più, fatto in modo discreto e simpatico”.

Maria Elena Zanini