Come sarà Milano tra vent’anni? Probabilmente più verde. Dai binari dei vecchi scali ferroviari può sorgere la città del futuro, sempre più europea e in scia ai cambiamenti che, per esempio, hanno reso Barcellona (anni Novanta) e Berlino (Duemila) quei grandi poli avanzati, giovanili e multietnici che sono oggi. La chiave sta nella rigenerazione di sette luoghi un tempo fondamentali per i trasporti interni ma ora in disuso: Farini, Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo e San Cristoforo. Cinque team di architetti di fama internazionale hanno già terminato i propri scenari (primo passo verso i progetti) esposti al Fondo Corsa, di fianco alla passerella Biki, durante il Salone del Mobile che si concluderà domenica 9 aprile.
I team – Per l’Italia ci sono lo studio Sba di Stefano Boeri, candidato alle primarie comunali del Partito Democratico nel 2010 ma sconfitto da Giuliano Pisapia, e il Cza di Cino Zucchi. Benedetta Tagliabue ha la Madonnina nel cuore eppure lavora per la Embt, di Barcellona. Poi ci sono l’Olanda con Mecanoo e la Cina con la Mad Architects di Ma Yansong. Per tutti la base di partenza è il verde – nello scenario di Boeri addirittura il 90% – con grande spazio all’innovazione sempre e comunque possibile. I modelli sono Londra (King’s Cross e l’Olympic Park) e Parigi (Clichy Batignolles).
Le reazioni – «Sono opzioni, ipotesi sul futuro della città», ha detto lunedì 3 aprile durante la presentazione della mostra Pierfrancesco Maran, assessore comunale all’Urbanistica. «Abbiamo due idee chiare: aumentare il verde e connettere le periferie alle zone centrali». «Un’operazione trasparente», l’ha definita il sindaco Beppe Sala. Leopoldo Freyrie, a capo del comitato scientifico “Dagli scali, la nuova città”, si è sbilanciato: «Tutto questo ricorda quanto fatto per la rinascita di Milano nel dopoguerra».
Il futuro – Non bisogna però dimenticare che, al momento, si tratta solo di «scenari». L’iter è ancora lungo: le Ferrovie dello Stato, il Comune di Milano e la Regione Lombardia dovranno incontrarsi per scegliere e assegnare i concorsi di realizzazione. Poiché i terreni sono di proprietà delle Fs, gli onori ma soprattutto gli oneri (quindi i costi) spettano a loro, anche se Boeri si augura la collaborazione di numerosi enti pubblici. A quando i primi cantieri? Realisticamente non prima del 2020.
La mostra – Intanto i cinque scenari si possono visitare in Porta Genova fino al termine del Salone del Mobile. La grande mostra all’aperto va dalle 10 alle 22. I cinque architetti presenteranno nel dettaglio i propri lavori uno al giorno dalle 19 con quest’ordine: Boeri il 4 aprile, Mecanoo il 5, Miralles-Tagliabue il 7, Mad Architects l’8 e Zucchi il 9. Giovedì 6, dalle 19 alle 22, discussione generale per coinvolgere tutti i cittadini: oltre 2000 persone, lo scorso dicembre, avevano partecipato al workshop di tre giorni allo Scalo Farini che ha avviato le idee dei team.