Le vetrine della storica pasticceria Sant Ambroeus

Le vetrine della storica pasticceria Sant Ambroeus

In città la pasticceria Sant Ambroeus è dal 1936 l’emblema del salotto culturale: luogo di incontro dell’arte e della creatività, della finanza e della politica. Sembrava imminente la cessione del locale al gruppo Illy ma, a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno, il caffè di corso Matteotti ha rifiutato l’offerta. Sembra che la cifra si aggirasse attorno ai 15 milioni di euro.

Alcuni parlano di un mancato accordo sul prezzo, ma Simonetta Langè Festorazzi spiega che le ragioni del cambio di rotta sono più sentimentali che economiche: «Ci tengo troppo a questa attività, non ero pronta a lasciarla andare via. È parte della nostra famiglia». Così la proprietaria ha rilevato le quote del marito e dei fratelli andando oltre il 15 per cento che già deteneva. E ha deciso di studiare un piano per rilanciare la pasticceria: «Da un anno non mi occupavo più del locale, mi mancava troppo. Ho ripreso le redini e chiamato un nuovo direttore, Raffaele Longo, che arriva dopo vent’anni al Principe di Savoia, mentre il pasticcere Luciano Vismara è lo stesso dal 1960».

La sfida è di una certa portata. I costi di 1.100 metri quadri in pieno centro sono elevati, anche se l’immobile è di proprietà della famiglia. Nonostante i ricavi annuali, intorno ai 3,5 milioni di euro, siano sempre in crescita, il Sant Ambroeus, sconta circa 500 mila euro di perdite l’anno. Una delle prime mosse sarà estendere gli orari serali e incrementare l’attività di catering, forti del proprio orgoglio e dell’appoggio del resto della famiglia. A partire da Cristina, 88 anni, madre della Langè Festorazzi: «“Brava Simo”, mi ha detto dalla poltrona, con un sorriso che non finiva più».

La scelta del Sant Ambroeus è di segno opposto rispetto a quella di altre due grandi pasticcerie milanesi che, negli ultimi tre anni, hanno ceduto alle offerte di grandi gruppi. Cova, storica “bottega” di via Monte Napoleone, è stata acquistata nel 2013 da Lvmh, multinazionale proprietaria di marchi come Louis Vuitton, Dom Pérignon, Christian Dior e Guerlain. L’anno dopo è stata la volta della pasticceria Marchesi, fondata nel 1824 e acquistata da Prada (sconfitta l’anno prima nella trattativa per Cova) per 8 milioni di euro.

Federica Scutari