Sono 12 i feriti ogni giorno in Lombardia, quasi un morto alla settimana

Sono 12 i feriti ogni giorno in Lombardia, quasi un morto alla settimana

I numeri non lasciano scampo. Nel 2013 sono morte in Lombardia 49 persone in seguito a incidenti in bicicletta. Quasi uno alla settimana. Si muore più sulle due ruote che in macchina. Lo dice uno studio del Centro monitoraggio regionale sull’incidentalità di ciclisti e pedoni, reso noto dalla regione Lombardia.

Negli ultimi dieci anni gli incidenti mortali in bicicletta sono diminuiti, ma in misura minore rispetto ad altri veicoli come automobili e moto. La mortalità su due ruote rimane di sei volte superiore rispetto a quella in auto. Una regione dove il problema è particolarmente rilevante, la Lombardia. Rispetto alla media nazionale la percentuale di morti e feriti negli incidenti in bicicletta è superiore di 4 punti circa. Nel 2013 i sinistri sono stati 4.613, e hanno causato 49 morti e 4.549 feriti.

Appare evidente dallo studio la fragilità del ciclista rispetto agli altri veicoli e agli ostacoli presenti sulle strade: il trasporto in auto che in Lombardia rappresenta più del 66% degli spostamenti ha un numero di morti pari al 40% del totale dei decessi per incidenti stradali. Mentre il trasporto in bicicletta, rappresentato dal 3,5% degli spostamenti, censisce un numero di morti pari all’11%.

Dove si verificano gli incidenti? Soprattutto in città, anche se la mortalità è molto maggiore fuori dai centri abitati. Sulle strade non si muore quasi mai per un investimento ma soprattutto per uno scontro con altri veicoli. E non solo con auto: un terzo dei casi vede il coinvolgimento di mezzi pesanti.

Ma la responsabilità non è quasi mai da attribuire al ciclista. Nella maggioranza dei casi, chi si trovava in sella alla sua bicicletta procedeva “regolarmente e senza svoltare”. A danno dei ciclisti emergono invece la guida distratta o l’andamento indeciso alla guida di altri veicoli, circostanza che appare più frequentemente come causa dei sinistri.

Emerge dallo studio «la necessità di migliorare le infrastrutture: piste ciclabili possibilmente protette, sistemazione degli incroci e individuando le aree più critiche nelle città su cui intervenire. Inoltre, è fondamentale promuovere l’educazione degli utenti della strada e il rispetto reciproco fra ciclisti e automobilisti». Lo conferma l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali: «Investire in educazione stradale e in infrastrutture è il modo migliore per ridurre l’incidentalità».

Matteo Furcas