A pochi giorni dall’incendio dell’ospedale di Tivoli nel quale hanno perso la vita tre persone, la sicurezza degli impianti antincendio delle strutture sanitarie italiane torna al centro del dibattito pubblico. A Milano, la tragedia romana ha rievocato nella mente dei cittadini il rogo della Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) della Casa di riposo dei Coniugi, che il 7 luglio scorso ha causato la morte di sei persone residenti nella struttura, ferendone altre 81.
7 luglio 2023 – Cinque mesi dopo l’incendio nella Rsa in via dei Cinquecento, partito dal piano terra della struttura per cause ancora al vaglio degli inquirenti, nel quartiere di Corvetto tutti ricordano l’accaduto. C’è chi lamenta un un rallentamento dei servizi dell’ambulatorio adiacente alla casa di riposo a seguito dell’incendio e chi, sconsolato, teme che episodi simili possano verificarsi a causa della mancata manutenzione degli impianti. Come la signora Rosanna, che la mattina di lunedì 11 dicembre si è presentata per consegnare alcune analisi: «Quando arrivo entro ed esco in fretta e furia, non si sa mai», racconta a La Sestina la 66enne, ricordando che nella struttura gemella della Casa dei Coniugi, la Rsa Virgilio Ferrari di via dei Panigarola 14, lo scorso 25 ottobre è divampato un secondo incendio, questa volta senza feriti. «È colpa dell’amministrazione Sala, che non si prende cura dei suoi cittadini anziani», dice invece Franca, residente nel quartiere da oltre 30 anni.
Messa in sicurezza – Se nella mente dei residenti di Corvetto l’immagine del fumo e delle ambulanze di quel giorno è ancora vivida, all’ingresso della struttura c’è solamente una piccola impalcatura a tre piani a ricordare che qualcosa è accaduto in quelle stanze e che parte della Rsa è ancora parzialmente sotto sequestro da parte dei Carabinieri. La stessa amministrazione comunale si è gettata il caso alle spalle quando, lo scorso 19 ottobre, ha deciso di sospendere la procedura pubblica per la gestione delle Rsa Virgilio Ferrari e Casa per Coniugi, inserite in un unico lotto nell’ambito dell’iter in corso. «L’immobile di via dei Cinquecento è ancora oggi oggetto parziale di sequestro dopo l’incendio dello scorso luglio e solo quando tornerà nella piena disponibilità del Comune potranno essere progettati e avviati gli interventi necessari di ripristino e messa in sicurezza», ha scritto in merito il Comune. Se non viene risolta la questione della gestione, non possono partire quindi i lavori di messa in sicurezza che tra l’altro erano già previsti: la Rsa era infatti tra i partecipanti del bando comunale per ristrutturare anche gli impianti antincendio.
L’inchiesta – A seguito del rogo del 7 luglio la Procura di Milano aveva aperto un’inchiesta per incendio colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Tra gli iscritti al registro degli indagati ci sono la direttora generale della cooperativa Proges Michela Bolondi, che ha in appalto la struttura di proprietà del Comune di Milano, e la sua vice Francesca Corotti. Dove rimangono da accertare le cause che hanno portato al divampare delle fiamme, di accertato c’è che l’impianto antifumo della struttura era fuori uso da più di un anno e mezzo e la cooperativa aveva ovviato con la presenza notturna di un tecnico antincendio.
Non a norma 1 ospedale su 3 – Gli incendi degli ultimi mesi non sono casi isolati, ma sembrano essere parte di un problema sistemico di più ampio respiro. Una stima della Federazione italiana delle aziende sanitarie ospedaliere (Fiaso) basata su un campione distribuito sul territorio nazionale evidenzia che un ospedale su tre in Italia non è riuscito ad adeguarsi alle norme antincendio introdotte nel 2015. La normativa di riferimento è la Regola tecnica di quell’anno, che prevedeva per le aziende ospedaliere di attuare una serie di passaggi per la messa in sicurezza entro il 2022, scadenza poi prorogata al 2025. «Ogni singola azienda ospedaliera conosce la sua situazione», ha dichiarato all’Ansa il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, aggiungendo che gli interventi sono «indispensabili, ma per farli bisognava contare su finanziamenti». I 90 milioni stanziati per le misure antincendio all’interno della Manovra finanziaria per il 2024 non sarebbero sufficienti. Secondo l’ultima relazione pubblicata dalla Corte dei Conti sullo stato degli ospedali in Italia, servirebbero almeno 3 miliardi solo per sistemare gli impianti antincendio.