Le auto coinvolte nell’incidente stradale che ha portato alla morte un quattordicenne

Ha risposto all’appello della polizia locale di Monza il proprietario del Suv Audi Q5 grigio scuro che, secondo i testimoni, avrebbe causato la morte del quattordicenne Elio Bonavita. Si è costituito lunedì 23 marzo, ventiquattro ore dopo il terribile incidente avvenuto nei pressi della Villa Reale di Monza. Accompagnato da un avvocato, il manager quarantenne di Vedano al Lambro (Monza) ha reso una spontanea dichiarazione. Non è sicuro di essere la causa dell’incidente. Ha appreso però dai giornali che la polizia stava cercando una macchina simile alla sua. Essendo passato in quella zona nel pomeriggio in cui è avvenuto l’incidente, ha deciso di consegnarsi alle autorità. È accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe causato lo scontro tra un altro Suv e l’auto in cui viaggiavano Elio Bonavita e la madre. Anche l’altro conducente dovrà rispondere per omicidio colposo.

Nunzia Minichini, la madre della vittima, stava accompagnando il figlio a una partita di calcio. Rimasta coinvolta nell’incidente, è ricoverata all’ospedale Niguarda di Milano in gravissime condizioni. Ha riportato lesioni a tutti e quattro gli altri, oltre che a un trauma cranico e un trauma addominale. La prognosi rimane riservata.

Elio Bonavita, un ragazzo di quattordici anni, giocava nella squadra “la Dominante”. «È una perdita atroce», ha dichiarato il dirigente sportivo della squadra Mauro Sala. «Da padre posso solo dire che non ci sono parole. Da dirigente sportivo abbiamo perso un valido centrocampista, era davvero un bravissimo ragazzo che amava questo sport». I suoi compagni di squadra sono corsi in ospedale appena saputo dell’incidente. La partita è stata sospesa. I suoi compagni di scuola hanno scritto un messaggio di addio sul suo banco all’istituto Mosè Bianchi di Monza: “Il vento parlerà di te in mezzo alla tempesta”.

Il Comune di Villasanta ha proclamato il lutto cittadino e ha invitato i cittadini a ricordare la vittima, ritrovandosi in piazza nel pomeriggio di martedì 24 marzo. L’appuntamento è esteso a molte altre città italiane dall’Associazione Vittime della Strada, sul Lavoro e Malasanità. L’obiettivo è chiedere di nuovo, con forza, l’introduzione del reato di omicidio stradale. «In casi come quello avvenuto a Monza – afferma Domenico Musicco, presidente dell’associazione Avisl – dovrebbe essere resa certa non solo la pena da scontare, ma anche il ritiro della patente, affinché chi causa un incidente stradale e fugge senza prestare soccorso sia messo in condizioni di non nuocere ancora».

Già trenta persone nel 2015 sono morte a causa dei pirati della strada. L’allerta era stata lanciata l’anno scorso, segnato da più di mille episodi. A pagare il prezzo più alto sono i pedoni. Nel 2014 ne sono stati uccisi 46. La Lombardia è la regione più interessata da questo fenomeno, con 141 episodi. Angelino Alfano, ministro degli interni, dopo aver saputo della morte di Elio Bonavita, è tornato a parlare del possibile reato di omicidio stradale.

Michela Rovelli