Spenta la sezione informazioni dell’Areu, Agenzia regionale emergenza urgenza della Lombardia, che informa in tempo reale sui i soccorsi effettuati sul territorio regionale. Si tratta di un servizio attivo da 13 anni, divenuto essenziale per i cronisti che possono così registrare subito gli interventi d’emergenza sul territorio e darne notizia. Non ci sta l’Associazione lombarda dei giornalisti, che ha organizzato giovedì 20 aprile un presidio di protesta in piazza Città della Lombardia, sotto il palazzo che ospita gli uffici regionali.
Botta… – Le motivazioni della disattivazione del servizio sono state spiegate dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso. «La decisione è stata maturata dall’esigenza di rimodulare il servizio alla luce dei mutamenti che anche l’informazione ha subito dal 2012», dice Bertolaso. Poi aggiunge: «Ho spiegato fin da subito che non c’è mai stata l’intenzione di impedire il diritto di cronaca. Purtroppo con l’avvento dei siti di informazione online, nei quali spesso lavorano giornalisti senza il dovuto riconoscimento contrattuale previsto dalla categoria, abbiamo rilevato che i tempi per elaborare le notizie si sono ridotti compromettendo, in qualche caso, la completezza dell’informazione».

FONTE: ANSA
…e risposta – Motivazioni non sufficienti e poco chiare per il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti Paolo Perucchini che replica: «Bertolaso ha deciso sua sponte di disattivare il sito. E ancora non capiamo il perché. Glielo abbiamo chiesto e non ci sono state date sufficienti informazioni». Riguardo le accuse di disinformazione diffusa sui siti online, Perrucchini smentisce: «Il sistema Areu, così com’è configurato oggi, è accessibile esclusivamente a giornalisti iscritti all’Ordine. Se, invece, l’accesso è dato anche ad altre persone questo non è un problema di informazione ma un problema di Areu». Poi aggiunge: «Se un giornalista fornisce un’informazione inesatta, Areu ha tutte le possibilità di verificarlo e può tranquillamente rivolgersi all’Ordine, che eventualmente sanzionerà chi non rispetta i principi di deontologia». Perrucchini interviene sulle dichiarazioni di Bertolaso anche riguardo all’esclusività del sistema in Lombardia. «Areu non è un unicum del sistema lombardo, come sostiene Bertolaso, ma è fornito anche in Trentino e in Liguria, oltre ad essere quasi pronto in Piemonte. In queste regioni non solo il sistema è attivo, ma qui i giornalisti hanno un ritardo di informazione rispetto al real time di 5 minuti. In Lombardia di 30».
Ritorno al passato – Una disattivazione interpretata come una censura alla libera informazione. «È un grande passo indietro, come se tornassimo a quando i giornalisti seguivano le ambulanze perché si sentivano le sirene passare sotto la redazione». Mancata la comunicazione con il presidente della regione Attilio Fontana che, stando a quanto dichiarato da Perrucchini «pare non saper nulla. Bertolaso, tuttavia, si è assunto la responsabilità di questa scelta e sicuramente avrà informato il presidente».
I prossimi passi – «C’è necessita di una riorganizzazione del sistema, perché quello di adesso non è come è partito 13 anni fa, ma con la bussola dritta verso la salvaguardia dell’informazione. Dopo la manifestazione ci sarà un incontro in Regione e continueremo a sostenere che l’informazione non può essere spenta».