Roberto Maroni, candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia (foto Ansa)

La regione più ricca d’Italia oggi conoscerà il nome del suo prossimo Governatore. Lo spoglio delle elezioni regionali lombarde inizierà alle 14:00. Tra le tre regioni che eleggono il nuovo Presidente  – Lombardia, Lazio e Molise –  la Lombardia ha fatto registrare la più elevata affluenza alle urne. Ha votato per le regionali il 76,7 per cento degli aventi diritto, dodici punti in più rispetto al precedente 64,63 per cento.

Ieri, nel giorno che ha visto la clamorosa smentita dei sondaggi a livello nazionale che davano la vittoria al centrosinistra, sono stati diffusi da SkyTg24 gli instant poll elaborati dall’Istituto Tecné. Roberto Maroni è dato al 38 per cento, seguito da Umberto Ambrosoli al 35 per cento. Terza Silvana Carcano (Movimento 5 Stelle) con il 17 per cento, quarto Gabriele Albertini (Scelta Civica per Monti) al 9 per cento.

Si tratta di dati che devono essere considerati puramente indicativi. Gli instant poll, infatti, sono sondaggi effettuati nelle giornate elettorali attraverso una serie di interviste-lampo che non hanno alcun rapporto con i voti realmente espressi. Non vanno quindi confusi con gli exit poll, i sondaggi effettuati intervistando gli elettori dopo che hanno votato nei seggi scelti come campione. Gli stessi seggi utilizzati per calcolare, con metodo scientifico, le proiezioni elettorali.

Al di là di questi dati incerti la regione Lombardia, ribattezzata da molti commentatori l’Ohio d’Italia, alle elezioni politiche appena concluse ha confermato di essere piuttosto la California d’Italia, da molti anni saldamente nelle mani di una sola parte politica, senza alternanza. I lombardi hanno votato in maggioranza per il centrodestra sia al Senato, sia alla Camera, una preferenza costante negli ultimi vent’anni.

Al Senato, la coalizione guidata da Silvio Berlusconi ha raccolto il 37,62 per cento dei voti, contro il 29,73 per cento della coalizione di centrosinistra. Questi risultati, che in virtù della vocazione regionalista introdotta al Senato dalla legge elettorale del 2006 offrono un buon punto di riferimento, sembrano favorire il candidato del centrodestra e segretario della Lega Nord, Roberto Maroni. La Lega sembra aver puntato tutto il proprio futuro politico sulla sua vittoria in Lombardia: “Se Maroni vince, vuol dire che Milano val bene una messa”, ha dichiarato il sindaco di Verona Flavio Tosi. Evidente il riferimento all’alleanza con il Pdl a livello nazionale.

Davide Gangale