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Milano si tinge di fucsia. Questo è il colore delle sciarpe, dei cappelli, dei nastri indossati dalle donne scese in piazza per la manifestazione organizzata dalla rete Non una di meno, in occasione della Giornata internazionale della donna. Giovani e giovanissime, studentesse e lavoratrici, madri e figlie, ma non manca qualche nonna. C’è chi manifesta per la prima volta e chi dopo quarant’anni non ha ancora perso la voglia di farlo. Numerosi anche gli uomini: ragazzi che sfilano al fianco delle compagne di classe, mariti, padri.

L’evento – Il primo appuntamento è a Largo Cairoli alle 9.30. Prima della partenza dei ragazzi a volto coperto si arrampicano sul monumento di Garibaldi per appendere uno striscione con scritti gli 8 punti per l’8 marzo. Dalla rivendicazione dell’autonomia delle donne alla condanna di qualsiasi forma di sessismo e violenza. Apre il corteo il furgone dei collettivi studenteschi, su cui è appeso uno striscione con questa scritta: «Le strade libere le fanno le donne che le attraversano».  In centinaia sfilano verso il palazzo della Regione, passando per il Quadrilatero della moda. «Il vero nemico è il patriarcato», «Il corpo è mio e lo gestisco io», gli slogan sono quelli delle femministe degli anni Settanta, a scandirli sono le loro nipoti.

Le voci. «E’ importante iniziare da subito con questo tipo di discorsi», dice un’insegnante che ha accompagnato un gruppo di studentesse delle scuole medie. «Non sono in piazza solo per quanto avviene in Italia, io sono interessata a sostenere la causa delle combattenti di Kobane (la città siriana dove si combatte tra Isis e curdi e dove si è distinto un battaglione femminile, NdR)», spiega una ragazza che mostra un cartello con una citazione di Emma Goldman, pioniera dell’emancipazione femminile nel primo Novecento. «Io sul posto di lavoro non vengo discriminato, ma non è sempre così. Manifesto perché tutti abbiano i miei stessi diritti», afferma invece un ragazzo.

Le iniziative artistiche.  Davanti alla cattedrale milanese è stato steso un enorme telo bianco su cui i passanti hanno potuto lasciare un segno, scrivendo frasi, poesie o facendo disegni. L’idea è stata del poeta e artista Ivan Tresoldi. In Galleria invece cento artisti hanno realizzato un mandala di sale con varie sfumature di rosso, il colore simbolo della violenza sulle donne.

Una città bloccata – In testa lo striscione «Non una di meno». Milano è stata attraversata da un secondo corteo, partito alle 18 dalla stazione Centrale in direzione Porta Venezia. Una partecipazione più ampia rispetto alla mattina ma comprensiva di tutte le generazioni: giovani e adulte, mamme con bambine. E non sono mancati gli uomini. Il traffico cittadino è andato in tilt per alcune ore, bloccato dal passaggio dei manifestanti. Ma il rumore dei clacson non è riuscito a coprire le parole urlate dalle migliaia di persone presenti in strada : “Insieme siamo partite, insieme torneremo, non una meno”.