Il giorno dopo la sbornia per i festeggiamenti della vittoria Roberto Maroni, neo presidente della Lombardia, guarda già avanti: “Io sono governatore di un’ampia coalizione, Pdl e Lista civica (Maroni presidente, ndr) che ha avuto un risultato straordinario, quasi il doppio di quella di Ambrosoli, elettori che non hanno votato Lega o Pdl ma me e il progetto che rappresento. E’ una novità molto rilevante. Abbiamo tre governi di coalizione che hanno un’idea in testa: far ripartire la macchina del Nord”. I quattro punti di distacco del candidato leghista, analizzando i risultati elettorali a livello territoriale, sono maturati in provincia: Umberto Ambrosoli è riuscito a stare davanti solamente a Milano (risultato comunque notevole)e Mantova. Nelle altre province lombarde Maroni è riuscito a prevalere abbastanza nettamente sul candidato di sinistra. Il distacco più netto tra i due si è avuto nelle province di Sondrio (51,4 per cento Maroni, 32 Ambrosoli), Como (48,7 contro 33,6), Bergamo (49,2 contro 34,5) e Varese (47,5 contro 33,5).
Umberto Ambrosoli, esponente della società civile candidato dal Pd allla testa della regione, dopo essersi congratulato telefonicamente con Maroni nella serata del 26 febbraio ha riconosciuto la sconfitta esprimendo la propria inquietudine: “Non nascondo la mia preoccupazione per la Lombardia e per il Paese, per la situazione che si è creata. Era tempo di affrontare la sfida per portare la Lombardia e l’Italia alla testa dell’Europa – ha proseguito – e non ai margini dell’Europa”. Ciononostante, Ambrosoli ha promesso di portare avanti un’opposizione seria, puntuale ma non integralista: “Sono consapevole che la drammaticità del momento che stiamo vivendo non necessita di un muro contro muro ma impone collaborazione tra tutte le forze politiche, senza andare a braccetto ma portando un contributo costruttivo”. Quello che è stato il punto di forza di Maroni, il radicamento nella profonda provincia lombarda, è stato il limite della campagna elettorale del figlio dell’eroe borghese Giorgio Ambrosoli. Il risultato raggiunto a Milano è invece un piccolo ma importante segnale di incoraggiamento per un percorso che, ha confermato Ambrosoli, guarda già alle prossime elezioni.
Oltre ai due protagonisti annunciati le elezioni regionali lombarde hanno visto altri attori in corsa: Silvana Carcano, candidata del Movimento 5 stelle, ha ottenuto il 13,62 per cento dei voti. Il movimento che ha in Beppe Grillo il suo megafono ha quasi quintuplicato i voti rispetto alle ultime regionali del marzo 2010: questa è certamente una vittoria. Se però si guarda al dato nazionale, in particolare al boom alla Camera, la percentuale dimostra che almeno in Lombardia, e in particolare a Milano città, non ci sia stato il tanto celebrato “voto anticasta”. Gabriele Albertini, candidato montiano della lista Lombardia Civica, può senza dubbio essere definito “sconfitto”: l’ex sindaco di Milano ha raccolto solo il 4,12 per cento dei voti. Commentando il deludente risultato, Albertini è poi caduto in uno scivolone difficilmente comprensibile: “In Lombardia siamo andati meglio in città che nelle valli. Ci premiano le comunità che sono più avanti, che hanno un livello culturale più elevato”.
Federico Thoman