Due omicidi in poche ore a Milano. E il tema della sicurezza torna in primo piano in città. Un cadavere trovato in strada, l’altro in appartamento. Due vittime, un uomo e una donna, le cui morti – ancora senza risposte – sono ugualmente brutali. I loro corpi sono stati ritrovati in due zone residenziali nella serata di mercoledì: la prima vittima, uccisa con un’arma da fuoco, è stata identificata, mentre sulla seconda, trovata legata mani e piedi, si sta ancora indagando.

La polizia sta scavando nel passato e nella lista dei possibili nemici di Diego Preda, l’uomo ucciso in strada intorno alle 19.30 di mercoledì. Era un consulente assicurativo di 69 anni, presidente della Z&M Insurance Brokers e titolare della Preda sas, agenzia di assicurazioni con sede in via Monte Rosa. Uscito proprio dal lavoro, stava andando a prendere la sua auto in via Alberto Mario – tra le fermate di Amendola e Buonarroti – quando è stato freddato con un colpo di pistola alla nuca, a bruciapelo. Ci sarebbe un testimone che avrebbe detto agli inquirenti di aver sentito lo sparo e di aver visto un uomo allontanarsi a piedi verso piazzale Zavattari. Preda aveva un solo precedente per “reati contro la persona” risalente al 1982. Per ora gli investigatori non si sentono di escludere alcuna pista.

Il secondo omicidio ruota invece intorno a Vincenzo Vergata, 56enne fermato nel tardo pomeriggio del 21 novembre per aver tentato una rapina in un supermercato. Aveva in tasca una bolletta di un appartamento che la polizia ha deciso di perquisire. All’interno della casa in Piazzale Lagosta 1, in pieno quartiere “Isola”, le forze dell’ordine hanno trovato il cadavere di una giovane donna ancora non identificata. Il suo corpo è stato scoperto dalla polizia con le mani e i piedi legati dietro la schiena e tre sacchetti in testa, che le avrebbero provocato un lento soffocamento.

Ci sarebbero degli elementi rituali nell’omicidio: la Scientifica afferma che il cadavere presentava alcuni pezzi di stoffa disposti sul corpo, prono e legato, vari tagli procurati da un coltello e una frattura di uno zigomo. Secondo gli inquirenti la scena del crimine sarebbe stata alterata, poiché il pavimento era pulito a differenza dei muri, sui quali sono stati trovati diverse macchie di sangue.

Francesco Giambertone