Alfredo Famoso, 68 anni, tassista morto dopo l'aggressione a Milano (Foto: Facebook)

Alfredo Famoso, 68 anni, tassista morto dopo l’aggressione a Milano (Foto: Facebook)

“Mi manca un mondo il mio papà, vorrei stringerlo vicino a me e proteggerlo, mi sento in colpa perché non l’ho protetto domenica sera quando gli hanno fatto del male a lavoro”. Federico, il figlio del tassista Alfredo Famoso, che fa lo stesso mestiere del padre, non riesce a trattenere il dolore su Facebook, dopo la notizia della morte dell’uomo arrivata ieri sera. Il tassista di 68 anni che domenica sera è stato aggredito in zona Lima, in via Morgagni, per una precedenza negata a due pedoni, non ha più riaperto gli occhi.

I parenti erano pronti al peggio – l’uomo non ha mai ripreso coscienza dopo l’attacco – ma sono rimasti profondamente scossi quando i medici di Niguarda hanno costatato, dopo gli accertamenti, la morte cerebrale, alle 20.15. Notizia arrivata anche ai colleghi dell’8585 che si sono fermati per un quarto d’ora per ricordare l’uomo morto sul lavoro ed esperimere la solidarietà alla sua famiglia. “La morte di Alfredo Famoso è stata provocata da un gesto assurdo e terribile. Nessuna ragione può spiegare tale comportamento”, ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia che ha dichiarato il lutto cittadino nella data da concordare con la famiglia della vittima.

Con la morte di Alfredo Famoso, l’agressore, Davide Guglielmo Righi, consulente informatico di 48 anni, si vede contestare l’accusa di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale. Questo vuol dire, che, secondo il pm di Milano Maria Teresa Latella, Righi ha accettato il rischio e la possibilità di uccidere quando ha scagliato la confezione di bottiglie d’acqua contro il volto di Famoso. Per la mattina del 26 febbraio è fissato l’interrogatorio di convalida dell’agressore. Il gip dovrà decidere sul fermo, ma anche stabilire la misura cautelare per Righi.

L’uomo ha abbandonato il luogo dell’aggressione insieme alla compagna, ma è stato fermato dalla polizia lunedì sera, vicino a casa in via Plinio, a pochi passi dalla scena dell’incidente. Dopo l’arresto ha detto solo: “Sono dispiaciuto per quanto accaduto”. Nelle scorse ore diverse persone si sono presentate in questura per raccontare agli investigatori quanto visto domenica sera all’incrocio. Ecco la dinamica dell’incidente, secondo una testimone che si trovava nell’auto dietro al taxi nel momento dell’agrresione: alla frenata brusca del tassista è seguita la reazione del pedone, preoccupato per la compagna all’ottavo mese di gravidanza, la successiva lite verbale e infine il colpo alla testa con le bottiglie. Se ad ammazzare il 68enne sia stato questo o la caduta sull’asfalto, lo potrà stabilire solo l’autopsia.

Anna Lesnevskaya