Nel dicembre 2016 il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva spiazzato tutti annunciando di “autosospendersi” – l’autosospensione è un istituto non previsto dalle norme amministrative – dal suo incarico in Comune, salvo poi rientrare a Palazzo Marino pochi giorni dopo. Il motivo di questa mossa? Sala aveva appreso di essere stato inserito dalla Procura di Milano nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra dei servizi di Expo 2015 e si prendeva del tempo «per capire meglio i fatti contestati». L’accusa: falso ideologico e materiale.

Il falso – Secondo gli inquirenti nel maggio 2012 Sala, in qualità di commissario unico di Expo, avrebbe retrodatato due verbali di nomina della commissione aggiudicatrice della gara da 272 milioni di base d’asta per la realizzazione della piastra (l’ossatura dell’Esposizione Universale) con l’intento di evitare l’annullamento della procedura fin lì svolta e così di accumulare altro ritardo sulla tabella di marcia dei lavori. Per questo reato nel settembre dello scorso anno il sindaco di Milano è stato rinviato a giudizio, mentre è stata chiesta l’archiviazione per il reato di turbativa d’asta, che compariva nell’avviso di chiusura delle indagini. In questo caso l’appalto riguardava la fornitura di 6mila alberi per il sito espositivo; appalto che in un secondo momento è stato scorporato da quello principale relativo appunto alla piastra dei servizi. Per l’accusa di falso il primo cittadino ha chiesto e ottenuto di procedere con il rito immediato. Ed è di oggi (20 febbraio) la notizia dell’apertura e dell’immediato rinvio al prossimo 15 maggio del processo. La decisione è stata presa dalla quarta sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dal giudice Maria Teresa Guadagnino. Le quattro parti offese, cioè le società Expo e MM e le imprese Mantovani e Pizzarotti, al momento non si sono costituite parte civile.

L’abuso d’ufficio – Ma i guai per Beppe Sala non finiscono qui. Lo scorso 16 gennaio infatti l’ex patron di Expo è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio nell’ambito di un secondo filone d’inchiesta riguardante l’appalto sulla piastra dei servizi. Anche in questo caso fa la sua comparsa l’appalto sul verde dell’Esposizione Universale (i famosi 6 mila alberi) per le cui presunte irregolarità commesse in fase d’asta era stata chiesta l’archiviazione. Il primo cittadino risponde, in concorso con l’ex manager di Expo Angelo Paris, dell’affidamento diretto alla Mantovani spa della fornitura delle piante. Il procedimento è ancora in fase di udienza preliminare. I due sostituti procuratori generali Massimo Alfredo Gaballo e Vincenzo Calia sono intenzionati a riunire in un’unica tranche i due filoni d’inchiesta in cui è coinvolto Giuseppe Sala. L’avvocato Salvatore Scuto, uno dei legali del sindaco, ha però fatto sapere che si opporrà a questa decisione.