Marco Minniti torna a Sesto San Giovanni. La prima volta era stata dopo l’uccisione il 23 dicembre 2016 di Anis Amri, l’attentatore di Berlino, da parte di due agenti di polizia. Dopo quattro mesi di governo, è di nuovo nel comune del Nord Milano per parlare di sicurezza e immigrazione: «Qui c’è un pezzo importante della storia democratica, economica e sociale del Paese. E poi la vicenda di Amri mi ha segnato. La sua presenza a Sesto era casuale, ma l’azione degli agenti è stata l’espressione del normale controllo del territorio». Invitato dalla sindaca Monica Chittò, il ministro dell’Interno ha presentato ai sindaci del Nord Milano il disegno di legge su sicurezza e immigrazione, scritto insieme al ministro della Giustizia Andrea Orlando e approvato dalla camera il 12 aprile. L’incontro è blindato, nessuno spazio per le domande dei giornalisti.

Maggiori poteri ai sindaci – «Per ottenere un modello efficace», ha spiegato Minniti, «serve un’alleanza strategica con i primi cittadini. Abbiamo intenzione di costruire una rete che, attraverso il loro lavoro, ci consenta di essere il più vicino possibile ai territori. Una moderna idea di sicurezza deve nascere da un rapporto permanente tra lo Stato e il territorio». Semplifica il concetto, il ministro, con un esempio: «Non basta presidiare una piazza con le forze di polizia. Servono anche altre cose come l’illuminazione, una politica di integrazione e di cura dell’arredo urbano». I sindaci potranno beneficiare del contributo degli enti territoriali per interventi come la riqualificazione delle aree degradate, la promozione del rispetto della legalità e la valorizzazione del decoro urbano: «Si sta iniziando la bonifica di molte aree, soprattutto a nord di Milano. Sesto San Giovanni, in questo senso, è un bell’esempio». Si aggiunge anche una sorta di Daspo per gli spacciatori. Così come avviene per gli ultras quando si rendono protagonisti di fenomeni di violenza, la Daspo ideata da Minniti allontanerà i pusher da determinate zone della città: «Un provvedimento che tutela i nostri figli», ha detto.

Gestione dei flussi migratori – «L’accoglienza deve sempre essere legata a processi di integrazione, altrimenti fallisce. E se è sbagliato pensare che l’immigrazione equivalga al terrorismo, dobbiamo invece riflettere su come processi di mancato inserimento nel tessuto sociale possano determinare vicende come quella di Anis Amri», ha affermato il ministro. Abolizione del secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che hanno fatto ricorso contro un diniego, abolizione dell’udienza, introduzione del lavoro volontario per migranti ed estensione dei centri di detenzione per gli irregolari sono i punti del Ddl. L’obiettivo del governo è accelerare le procedure per le domande d’asilo e aumentare il tasso delle espulsioni. «Essere rapidi nel riconoscimento della protezione umanitaria e punire chi non rispetta la legge sono gli strumenti per una politica che tiene insieme i diritti di chi è accolto con quelli di accoglie», ha continuato.

Patto nazionale per l’Islam italiano – Pubblicazione dei nomi dell’imam, sermoni in italiano e luoghi di preghiera accessibili ai visitatori non musulmani. Minniti non manca di fare riferimento al Patto nazionale con l’islam, firmato il 1 febbraio 2017 in Viminale insieme alle principali  associazioni e organizzazioni islamiche in Italia. Proprio a Sesto San Giovanni, sarà costruita la più grande moschea della Lombardia. Oltre 2400 metri quadrati dove, accanto a un luogo di preghiera, troveranno spazio anche una biblioteca e un giardino.