prostituteVendute insieme al pezzo che occupavano. Picchiate, segregate e costrette a lavorare anche poche ore dopo aver abortito. Sono delle giovanissime ragazze romene, in alcuni casi anche minorenni, le vittime di una gang, sgominata nella mattina di giovedì 5 febbraio a Milano. Diciannove gli arresti, per la maggior parte anche loro romeni: sarebbero i registi di un traffico di adolescenti da mandare sulla strada. Anche di 13 e 14 anni.

Dietro minacce e violenze fisiche e psicologiche, le ragazzine venivano reclutate, portate in Italia e costrette sulla strada del sesso. Prima comprate, poi vendute e sottoposte a vessazioni di vario genere: questa la trafila che spettava a tutte le giovani donne, costrette a vivere in condizioni praticamente di schiavitù. Emerge anche questo nell’inchiesta della Procura di Milano, che ha portato il giudice dell’indagine preliminare, Stefania Pepe, a firmare 19 arresti. Sono state delle lettere anonime a far partire, nel 2011, le indagini: si denunciavano le violenze sulle ragazze.

Gli agenti di polizia del commissariato Scalo Romana hanno ricostruito la fila di un’organizzazione “stabile e gerarchica, fondata sul vincolo di appartenenza sia etnica che familiare”. Aguzzini, più che protettori. Dalle ricostruzioni degli inquirenti è emerso che la banda di rom vendeva, comprava e faceva subire angherie alle giovani ragazze: non solo chiedevano loro una percentuale sui guadagni, ma anche un fisso per l’occupazione della strada. Una sorta di “diritto di superficie”, fatto pagare a chiunque volesse usare angoli di marciapiede per prostituirsi. Succedeva in via Ripamonti e viale Ortles. E il “diritto all’occupazione del marciapiede” veniva venduto insieme alla donna in caso di passaggio a un’altra “scuderia”. Nonostante gli arresti, le indagini non si fermano qui, perché restano da identificare ancora altre persone implicate.

Le strade della zona sud di Milano sono note da tempo come strade del sesso, roccaforti della malavita costellate da una media di 250 lucciole in un raggio di 70 chilometri. Quello della prostituzione è un mercato che non conosce crisi e l’attenzione resta alta, in particolare per i flussi da Est: secondo i dati della Caritas Ambrosiana la tratta di giovani prostitute dalla Romania è in crescita costante da quando il Paese è diventato comunitario.

Elisabetta Invernizzi