Morta la terza vittima della strage di NiguardaSale a tre vittime il bilancio della follia omicida di Mada «Adam» Kabobo. Il ghanese che nelle prime ore della mattina di sabato 11 maggio, nella periferia di Milano, nel quartiere Niguarda, armato prima di una spranga e poi di un piccone, ha aggredito cinque persone. Una sesta, Antonio Morisco, imbianchino campano di 57 anni, era riuscito a sfuggire al suo attacco.

Ermanno Masini, pensionato di 64 anni è stato il terzo a morire per le ferite riportate. Era ricoverato in condizioni gravissime al Policlinico di Milano. Masini, originario di Lama Codogno, in provincia di Modena, come le altre vittime era stato aggredito sabato mattina all’alba. Poco dopo le 6,20 l’omicida lo aveva colpito alla testa nei giardinetti di via Adriatico mentre portava a spasso il cane. L’attacco a Masini era stato il primo dei tre più violenti.

La prima vittima era stata Alessandro Carolè, disoccupato di 40 anni, raggiunto da dei colpi alla testa davanti a un bar-gelateria. Poi era toccato a Daniele Carella, di 21, aggredito mentre era al lavoro con il padre a distribuire giornali. Colpito mentre cercava di scappare è morto in ospedale dopo tre giorni di disperati tentativi dei medici di Niguarda per salvarlo. I genitori di Daniele hanno dato il consenso per l’espianto degli organi del giovane.

I feriti, Francesco Niro, l’operaio di 50 anni ferito alla testa e Andrea Canfora, di 24 anni, dipendente di un supermercato, che ha riportato una frattura a un braccio, sono già stati dimessi e sono fuori pericolo.

Non c’è ancora nessuna spiegazione per quanto è accaduto. Durante l’interrogatorio davanti al gip per la convalida del fermo, Kabobo ha affermato che a indurlo alla strage sono state “delle voci che dicevano cose cattive”. Per questa ragione, l’uomo potrebbe essere sottoposto a una perizia psichiatrica.

Il sindaco Giuliano Pisapia intervenendo a Uno Mattina, su Raiuno, ha evidenziato un altro aspetto assurdo della vicenda. «Dal momento della prima aggressione – ha detto – a quando è stata informata la polizia è passata un’ora. È inspiegabile che nessuno avendo visto ha ritenuto di informare le forze dell’ordine». Prosegue Pisapia: «La mia non è un’accusa ai cittadini, ma un invito a una riflessione. Quando sono state avvertite le forze dell’ordine sono arrivare in soli sei minuti. È incomprensibile e bisogna cercare di capire perché accade un fatto del genere». Intanto, il Comune di Milano ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali delle vittime.

Gabriele Principato