Luci alimentate da pannelli solari, lampadine a led, alberi di Natale sponsorizzati. Sono queste le soluzioni trovate a Milano per non rinunciare alle luminarie in un inverno di crisi energetica e caro bollette. Da corso Buenos Aires a piazza Duomo fino ai Navigli: nella settimana di Sant’Ambrogio la città si è illuminata per le feste e non solo per una questione di atmosfera natalizia. Le luminarie sono un business sia per chi le realizza che per chi le commissiona e dietro alla scelta, dibattuta in molti Comuni, di allestirle anche nel 2022 ci sono considerazioni di carattere economico.

albero di Natale piazza duomo Milano

L’albero di Natale di piazza Duomo a Milano, sponsorizzato da Vera Lab

I commercianti – Una via buia non attira clienti. Lo ha spiegato a la Sestina Gabriel Meghnagi, presidente di “Ascobaires”, associazione di via di corso Buenos Aires che aderisce a Confcommercio, dal 2007: «Le luminarie creano un’aria di festa, fanno sì che le persone siano più allegre e danno una spinta al commercio, perché tra una via buia e una illuminata il cliente va a fare compere in quella illuminata». Sacrificare le luminarie nella speranza di avere una bolletta della luce più leggera, dunque, sarebbe stato controproducente: «Se per risparmiare cento euro ne perdo mille, non conviene». Ma come fare per abbassare i costi? «In corso Buenos Aires abbiamo dei pannelli fotovoltaici che ci portano un risparmio del 70% e con alcuni sponsor facciamo quadrare i conti» ha concluso Meghnagi.

I produttori – Per le aziende che forniscono le luminarie il periodo natalizio rappresenta ormai una fetta importante del fatturato totale. Un Natale a luci spente sarebbe stato un bel danno anche (o soprattutto) per loro. Giuseppe Staropoli, amministratore delegato della Starluce, impresa che illumina 8 dei 19 alberi pubblici di Milano, ha raccontato a la Sestina che la sua azienda si prepara al Natale 365 giorni all’anno. Il periodo natalizio, da solo, vale il 70% delle entrate. «La partenza quest’anno è stata difficile perché abbiamo perso i piccoli commercianti» ha spiegato Staropoli. «Abbiamo invece mantenuto i clienti più grossi come i centri commerciali e i Comuni. Molte città non hanno rinunciato alle luminarie sia per non danneggiare i commercianti sia perché i nostri prodotti hanno costi che per il bilancio di un Comune sono minimi». Per illuminare un albero alto 15 metri con luci a led, ad esempio, Staropoli stima un consumo pari a 1 kilowatt.