No Tav e Partito Democratico. Un rapporto che rimane difficile. Quella bandiere del movimento lasciate sulla strada, le scritte “No Tav” in nero, i muri imbrattati e i vetri rotti di alcune sedi milanesi del Pd potrebbero costare molto a un giovane attivista milanese di 23 anni.
I carabinieri di Milano che hanno perquisito la sua abitazione, lo descrivono come “un componente dell’area più dura del movimento”. E il pm antiterrorismo Maurizio Romanelli lo ritiene uno dei responsabili del danneggiamento di molti circoli del Pd. L’episodio più violento, quello di via Archimede, il 21 Novembre, quando alcuni attivisiti NoTav avevano tentato di sfondare la porta d’ingresso e poi fatto esplodere un petardo che aveva rotto i vetri di una finestra.
Era un modo per contestare le scelte politiche del Partito di Matteo Renzi, ma ora le cose si potrebbero mettere male per il giovane milanese. Nella sua casa, fanno sapere gli investigatori, sono state trovate bombolette spray, qualche petardo, una maschera anti-gas e alcuni manuali del movimento No Tav in cui sono descritti tutti i trucchi da adottare durante i cortei per non farsi identificare dalle forze dell’ordine.
Enrico Tata