Sgomberare le case occupate è più facile a dirsi che a farsi. Lo dimostra l’episodio verificatosi mercoledì mattina in via Tracia, zona San Siro, dove una casa appena sgomberata è stata rioccupata dalla stessa famiglia nel giro di poche ore. Le forze dell’ordine e i tecnici dell’Aler hanno raggiunto il civico 7 di via Tracia poco dopo le 9 del 26 novembre. Il loro obiettivo era un appartamento al pianterreno, dove da un mese a questa parte si era insediata abusivamente una famiglia di origine rumena: madre, padre, due figli e nonna.
Fuori dall’appartamento. intanto, andava in scena un copione ormai familiare: folla di contestatori, lancio di oggetti e taglio delle gomme di una delle camionette con cui la polizia avrebbe dovuto portare via i mobili degli occupanti. Lo sgombero prosegue secondo le regole: i sanitari vengono distrutti e la porta viene bloccata. Ma quest’ultima operazione, evidentemente, non va a buon fine. In gergo tecnico: la lastratura della porta non viene ultimata a dovere. E così, quando polizia e tecnici Aler si allontanano inseguiti dai cori dei manifestanti, la famiglia rumena rientra nell’appartamento forzando la porta senza troppe difficoltà. Con buona pace di chi pensava che bastasse distruggere i sanitari per scongiurare una nuova occupazione.
L’intera questione delle case popolari resta un circolo vizioso che finora nessuno è riuscito a spezzare. I numeri parlano di 1.200 nuove occupazioni abusive, di 22mila famiglie in lista d’attesa e di 9.754 case popolari sfitte. Il piano “Modello Milano”, firmato dal sindaco Giuliano Pisapia e dal presidente della Regione Roberto Maroni e realizzato in collaborazione con la Prefettura, promette un miglioramento dell’efficacia degli sgomberi. Dovrebbe entrare in vigore nelle prossime settimane, ma c’è già chi contesta. Il Corriere riporta la voce di un centro sociale, secondo cui “la soluzione non è sgomberare e vendere il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, è assegnare tutte le case sfitte, fare subito una sanatoria per chi è occupante per necessita, è bloccare sgomberi e sfratti subito”.
Chiara Severgnini