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Via Paolo Sarpi a Milano, la Chinatown del capoluogo lombardo.

Un uomo freddato a colpi di pistola e un giro miliardario di riciclaggio di denaro. Succede nel centro di Milano, nella zona di via Paolo Sarpi, conosciuta anche come la “Chinatown” milanese. Due indagini separate, che accendono i riflettori sulla comunità asiatica della città.

L’omicidio. Mercoledì 30 novembre, un trentaduenne di origini cinesi è stato trovato agonizzante nel suo appartamento al primo piano di una palazzina in via Paolo Sarpi. È stata la moglie a chiamare i soccorsi, rincasando verso le 12.30, e ad avvertire le forze dell’ordine.
L’uomo, che aveva già perso molto sangue da una ferita al petto, è stato subito trasferito all’ospedale Niguarda, dove è deceduto poco dopo. Sulla porta d’ingresso non c’erano segni di scasso e i Carabinieri hanno pensato al suicidio, ma l’assenza della pistola che ha sparato il colpo ha fatto cambiare idea ai militari. In casa c’era solo il bossolo. E tutto fa pensare che la vittima conoscesse il suo assassino.

Il maxi-riciclaggio. Un omicidio, ma pure un giro enorme di denaro sporco che ha portato all’arresto di tre persone sempre nella Chinatown milanese. La Procura di Milano sta indagando su un presunto maxi-riciclaggio da 2,7 miliardi di euro. Agli arresti sono finiti un 42enne originario del Paraguay, un cittadino romano di 41 anni e un cinese di 29, detenuti agli arresti domiciliari.

Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività finanziaria, prestazioni illecite di servizi di pagamento, riciclaggio, auto-riciclaggio e reati fiscali.

Gli arrestati farebbero parte di un’organizzazione criminale che fa affari in tutta Italia. Le indagini erano iniziate un anno fa, in seguito a un esposto anonimo, e hanno portato alla luce un business di trasferimenti di grosse somme di denaro. I soldi viaggiavano dal quartiere di Via Paolo Sarpi verso la Cina, grazie ad una rete di agenzie di money transfert illegali e all’aiuto di alcune società basate a Londra. L’inchiesta ha portato all’avvio di ben 18 perquisizioni all’interno dei quartieri cinesi di Milano e Roma.