Un telo di plastica che affiora appena dalla superficie dell’acqua. Un cadavere avvolto nel cellophane. E’ quello che si è trovato di fronte il padrone dell’ex-cava di Carugate – oggi lago artificiale –  ieri pomeriggio, lunedì 5 dicembre. Un omicidio ancora misterioso, a poca distanza dal via vai dello shopping pre-natalizio di uno dei principali parchi commerciali dell’hinterland milanese.

Il corpo avvolto nel telo era di Gabriella Fabbiano, 43 anni, residente a Cernusco sul Naviglio. E’ stato trovato con le mani legate, ancora infagottato nel pigiama, privo di segni di violenza. Legato a tre blocchi di cemento, il cadavere doveva rimanere nascosto sul fondo del laghetto. Ma qualcosa nei piani dell’assassino non ha funzionato.

I carabinieri di Cassano d’Adda stanno cercando di identificare il killer. Al momento si sospetta possa essere un conoscente della Fabbiano. A suggerirlo è il pigiama indossato dalla vittima. E’ probabile che Gabriella sia stata uccisa in casa, e poi trasportata e gettata nel laghetto.

Separata e con due figli, la vittima avrebbe avuto varie relazioni con alcuni uomini, dopo la fine del matrimonio. La pista passionale, per questa ragione, è tra le ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti. Ma è ancora troppo presto per sapere se sia quella giusta.

Nessun segno evidente di trauma sul corpo, il cadavere di Gabriella Fabbiano, recuperato dai vigili del fuoco, si trovava nel laghetto da non più di due giorni, secondo i primi esami del medico legale. Ancora sconosciuta, però, la causa del decesso: soffocata, strangolata o narcotizzata. Solo i risultati dell’autopsia riveleranno come si è consumato l’omicidio della donna.

Intanto le indagini dei carabinieri, coordinate dai pm Francesco Cajani e Alberto Nobili, sono partite. In attesa degli esiti degli esami autoptici, sono già cominciati gli interrogatori di parenti e conoscenti per cercare di scoprire chi ha ucciso la Fabbiani.