Nel ricordo di Guido Galli, professore e magistrato ucciso da un commando di Prima Linea il 19 marzo del 1980, è iniziata il 20 marzo la “Settimana della legalità” con un convegno nell’Aula magna dell’Università degli studi di Milano, dove il giudice è stato assassinato. Durante l’incontro (“Nona giornata sulla giustizia. Guido Galli e quel 1980”) sono intervenuti Nando dalla Chiesa, Gian Luigi Gatta e Daniela Saresella, insieme al presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Giuseppe Santalucia e a Giuliano Turone, giudice emerito della Cassazione che insieme a Gherardo Colombo scoprì nel 1981 nella villa di Lucio gelli a Castiglion Fibocchi la lista degli appartenenti alla loggia segreta P2. L’Università Statale sarà protagonista di una settimana fitta di altri eventi sul tema della legalità.

Guido Galli, magistrato e professore ucciso nel 1980 da un commando di Prima Linea dentro l’Università degli studi di Milano (Ansa)

Gli interventi – Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli, della vicepresidente dell’Ordine degli avvocati Francesca Zanasi e del preside della facoltà di giurisprudenza Vito Velluzzi, il rettore Elio Franzini porta i saluti dell’ateneo ai familiari del giudice assassinato presenti in prima fila e spiega il senso della nona Giornata sulla giustizia: «un modo per ricordare e per continuare a riflettere sulla parola “giustizia” affinché non sia soltanto una parola astratta». Dopo il rettore, Nando dalla Chiesa invita a fare un mea culpa sugli anni del terrorismo e delle stragi, perché «chi è caduto non sempre ha avuto la sensazione di aver dietro il popolo italiano. A differenza di quelli antimafia, i movimenti antiterroristici in Italia sono stati poca roba». Il ricordo di Guido Galli lo affida a due esperienze personali vissute nel marzo del 1980 che hanno inciso molto sullo stato d’animo del figlio di un protagonista della lotta al terrorismo, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa: «il 18 marzo, il giorno prima dell’omicidio di Galli, sono sceso dall’autobus in via Larga e mi sono fermato ad ascoltare un comizio di giovani di sinistra in piazza Fontana. È arrivata in quel momento la notizia dell’assassinio del magistrato Girolamo Minervini, ucciso a Roma dalle Brigate rosse. Da un angolo della piazza sono partiti degli applausi, la restante parte non li ha condannati. Il giorno dopo, invece, vedo una muraglia umana in piazza Santo Stefano. Silenzio plumbeo ma partecipe. “Hanno ucciso un giudice dentro l’università”». Quel giudice era Guido Galli, ammazzato davanti l’aula 309, oggi dedicata alla sua memoria. Giuseppe Santalucia ricorda nel suo intervento «non soltanto l’uomo, ma il senso politico della sua esperienza professionale. Noi come Anm vogliamo essere eredi di quel patrimonio che Galli seppe spendere nella sua vita, come espressione di una magistratura che in quegli anni si informava culturalmente ai valori della costituzione». Prima della conclusione affidata alla figlia del giudice, Alessandra, Giuliano Turone parla di quel 19 marzo del 1980: «Ero in tribunale quando ho scoperto dell’omicidio di Galli. Lo stavamo aspettando negli Uffici istruzione perché dovevamo discutere di un’eventuale creazione di pool di giudici istruttori».

Il 1980 – Al di là del ricordo in sé, l’incontro aveva anche l’obiettivo di contestualizzare l’omicidio di Galli all’interno del perimetro più ampio dei tanti eventi che hanno caratterizzato il 1980. «Quest’anno», spiega Daniela Saresella, professoressa di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Milano, «segna la fine di un periodo che inizia il 12 dicembre 1969 con la strage di piazza Fontana». Il 1980 è l’anno degli 85 morti della bomba alla stazione di Bologna e degli 81 della strage di Ustica, dell’omicidio di Vittorio Bachelet, ex vicepresidente del Csm e professore ucciso a La Sapienza di Roma, e di Emilio Alessandrini, dell’assassinio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella e del giornalista Walter Tobagi a Milano. Guido Galli fu il primo a concludere una maxinchiesta su Prima Linea, organizzazione terroristica di sinistra nata nel 1976 alla Magneti Marelli di Milano.

La settimana della legalità – Archiviata la prima giornata inaugurale, continuano gli appuntamenti a La Statale e in città. Dopo la manifestazione in ricordo delle vittime innocenti delle mafie del 21 marzo, conclusasi in piazza Duomo e che ha visto partecipare circa 50 mila persone, l’Università degli studi di Milano torna protagonista nel pomeriggio con un incontro dal titolo “Non disturbare il manovratore. Come mafie e corruzione ostacolano il lavoro del giornalista: dalle minacce alle querele”, promosso dall’associazione Libera. Gli appuntamenti dureranno fino al 24 marzo e avranno tutti al centro il tema della legalità.