Ha ucciso la moglie a letto, forse nel sonno, con una calibro 38 regolarmente detenuta. Poi ha girato la canna della pistola verso di sé e ha premuto di nuovo. Vittima e assassino sono due coniugi dell’hinterland milanese, 76 anni lui, 67 lei. A trovare i corpi è stato il domestico filippino, arrivato alle 8 del mattino nella casa di San Felice, vicino a Segrate. Un biglietto di poche parole lo aspettava all’entrata della villetta: «Non entrare. Avvisa mio figlio».
I carabinieri hanno trovato così i corpi dei coniugi, P.D. e E.M. All’origine dell’omicidio-suicidio potrebbero esserci i problemi economici, come ha spiegato il figlio al nucleo investigavo dell’arma. L’impresa commerciale del signor D., un’azienda di costruzioni e termoidraulica, era in perdita e i debiti si stavano accumulando. «La situazione non era irrisolvibile», ha dichiarato il figlio. E altri parenti aggiungono che, per quanto ne sapessero, nessuno dei due coniugi soffriva di qualche malattia grave.
Debiti o salute? L’omicidio-suicidio di San Felice riapre il sipario (in realtà mai veramente chiuso) dei suicidi per ragioni economiche. Nei primi mesi del 2012 le notizie di imprenditori del nord est letteralmente strangolati dai debiti erano all’ordine del giorno. Immediata la replica dell’Istat, che aveva invitato i media ad essere prudenti nel legare i suicidi soltanto alla crisi economica.
«Nel 2012, per ogni giorno si contano 0,29 suicidi per motivi economici, contro lo 0,51 del 2010 e lo 0,54 del 2009» ha spiegato a Wired Stefano Marchetti, ricercatore responsabile dell’Istat. Gli ultimi dati disponibili sul sito dell’Istituto Italiano di Statistica sono del 2010 e mostrano un calo sensibile dei suicidi dal 1993 al 2009, passati da 8,3 a 6,7 suicidi ogni 100mila abitanti.
A uccidersi sono più spesso gli uomini, over 65, del Nord Italia e con un titolo di studio basso. A spingerli al gesto estremo è, soprattutto, la malattia, individuata come causa principale di 1412 casi su 3048 suicidi nel 2010. Ma sono anche le relazioni affettive ad avere un ruolo importante, spingendo al suicidio 324 persone sempre nello stesso anno. I debiti? Sono un motivo solo per il 6,1 per cento dei casi raccolti dall’Istat.
Se il signor P.D. e la moglie rientrino in questa percentuale starà adesso alle indagini stabilirlo.
Susanna Combusti