All’alba del 24 maggio la Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 soggetti, tutti coinvolti nello spaccio e nella detenzione di droga all’interno delle aree ferroviarie di Milano Rogoredo e San Donato. La zona è già nota non solo per il bosco adiacente, frequentata piazza di spaccio ambita da molti gruppi criminali, ma anche per il transito e la sosta dei treni Alta Velocità. A causa della presenza quotidiana di numerosi tossicodipendenti alla ricerca della loro dose, sono continui i rallentamenti alla circolazione ferroviaria e non sono mancate le vittime investite da treni in transito.

L’operazione – La difficoltà e la pericolosità di intervenire in un contesto ad alta intensità di traffico ferroviario ha spinto gli inquirenti ad un approccio investigativo prudente. Le indagini sono state molto articolate, per preservare l’incolumità fisica sia degli operatori di polizia che dei frequentatori dell’area. Si tratta di uno dei primi arresti strutturati che vengono fatti a Rogoredo, zona frequentata da molti giovani provenienti anche da fuori regione. Le attività investigative erano iniziate già nell’ottobre del 2020 e avevano portato all’arresto in flagranza, per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, di 23 soggetti e al sequestro di 13,5 kg di eroina, 500 grammi di cocaina e 31.000 euro in contanti. Stavolta, oltre all’arresto dei 12 soggetti, tra cui una donna italiana che si prestava a fare l’autista degli spacciatori, sono stati sequestrati oltre 10 chili di eroina, molti soldi in contanti, bilancini di precisione e alcuni coltelli.

La conferenza stampa – Le indagini sono state eseguite dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Ferroviaria. Nella consueta conferenza stampa tenutasi in Questura sono intervenuti il procuratore aggiunto Laura Pedio e il sostituto procuratore Leonardo Lesti della Procura della Repubblica di Milano, che ha coordinato l’operazione. «È sempre difficile svolgere un’operazione a Rogoredo che abbia successo, ecco perché sono grato alla Polizia Ferroviaria – ha dichiarato Lesti -. Finora è stato complicato agire con un intervento massiccio perché il rischio era quello di ottenere poco rispetto all’impegno delle forze in campo. Gli spacciatori si nascondevano nella zona del bosco circostante e c’erano tanti giovani coinvolti. C’è stato bisogno di una combinazione di forze, tra intercettazioni telefoniche e ambientali e telecamere nascoste». La sua collega Laura Pedio ha concluso con un monito: «Su Rogoredo non bisogna mai abbassare la guardia e proseguirà un monitoraggio attento. C’è comunque soddisfazione per una grandissima attività di osservazione e controllo. Non pensiamo di aver risolto il problema atavico di questa zona ma quello di stamane è stato un grande colpo e un segnale importante della presenza costante delle forze dell’ordine».