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Uno spazio della Casa delle Donne (foto Facebook)

Della casa ha l’atmosfera confortevole e ospitale. Ma appena si entra, subito si capisce che è qualcosa di più. Con la sua biblio-mediateca, le salette per incontri e, soprattutto, col suo punto informativo per l’universo femminile. Benvenuti nella Casa delle Donne di Milano, il primo luogo d’incontro tutto in rosa sotto al Duomo. Aprirà ufficialmente le sue porte nel più simbolico dei giorni, l’8 marzo. Già sabato 18 e domenica 19 gennaio le sue stanze accoglieranno il pubblico, per informazioni, visite, tesseramento o per semplici curiosi.

Ora dunque anche Milano avrà la sua Casa delle Donne, in via Marsala numero 8, un luogo dove incontrarsi, chiacchierare, curare piante e seguire dibattiti. Una nuova vita per questo palazzo – immerso in un enorme giardino di 400 metri quadrati – che prima ospitava una scuola. E di quel passato restano ancora i segni, nelle lavagne di grafite lasciate appese sulle pareti. In vista dell’Open day, ecco le sei domande e risposte principali sul progetto.

Che cosa? «Un luogo che si “mette a disposizione” delle associazioni e gruppi di donne formali e informali presenti nella città, ponendosi come snodo e punto di connessione delle reti già esistenti, ma anche riferimento per chi non appartiene a nessuna associazione». È questa la definizione che la Casa delle Donne dà di sé: un porto in cui le cittadine possano trovare il loro approdo. Che sia un gruppo di lavoro sul bene comune o sul “ben-essere”, una conferenza, un laboratorio o anche soltanto una tazza di tè.

Quando? Dopo le giornate a porte aperte del 18 e 19 gennaio, la presentazione ufficiale della Casa alla città è fissata per l’8 marzo. Sarà l’inizio di un impegno comune, ma anche il primo punto di arrivo di un percorso iniziato a settembre 2011, quando la Commissione Pari Opportunità di Palazzo Marino ha chiesto alle milanesi che cosa si aspettavano dalla neoeletta Giunta Pisapia. La nascita di diversi Tavoli di lavoro e l’assegnazione a giugno 2013 dei locali comunali di via Marsala hanno fatto il resto. Una decina di gruppi è già attiva da alcuni mesi: ora le porte della Casa stanno per aprirsi a Milano.

Dove? La Casa si trova al pianterreno di un edificio comunale in via Marsala numero 8, vicino alla fermata metro Moscova. Ospita una sala conferenze, aule per incontri e laboratori, spazi per bambine e bambini, una biblio-mediateca, una caffetteria e un giardino all’aperto. In più, per la prima volta a Milano, uno sportello per orientare la domanda di servizi al femminile, offerti da Comune, istituzioni e privato sociale, che sarà un luogo fisico (all’inizio aperto due volte a settimana) ma anche una banca-dati online in continuo aggiornamento.

Perché? «Un luogo della città delle donne e per le donne – di tutte le culture e di ogni orientamento sessuale – finora a Milano non c’era. Oggi abbiamo una Casa, come le altre grandi città italiane ed europee», fanno sapere da via Marsala. Se a tesserarsi sono i singoli – al momento oltre 400 – e non le associazioni o i gruppi è per garantire massima apertura alle donne. E gli uomini? Nessun divieto d’ingresso nella Casa, «ma con una formula che stiamo ancora studiando», precisa Barbara Mapelli dell’ufficio stampa.

Chi? A vincere la gara per gestire il progetto è stata l’Associazione “Casa delle Donne di Milano”, fondata a settembre 2012. Nel Consiglio Direttivo siedono undici donne, che hanno eletto tre co-presidentesse: Nicoletta Gandus (che è anche la rappresentante legale della Casa), con una carriera da magistrata alle spalle, la mediatrice culturale di origini nigeriane Stella Okungbowa e la giovane freelance Camilla Notarbartolo. Tra i nomi istituzionali che hanno accompagnato la nascita della Casa, l’assessora all’Area metropolitana, Casa, Demanio Daniela Benelli, la consigliera regionale Lucia Castellano, la vicesindaca Ada Lucia De Cesaris, la presidentessa della Commissione Pari Opportunità Anita Sonego e la delegata alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk.

Come? Palazzo Marino ha messo a disposizione gratis per tre anni l’ex scuola di via Marsala. Per pagare le spese e finanziare le diverse attività in programma, la Casa delle Donne farà affidamento sulle tessere (costo minimo 10 euro, qui le info), su eventuali donazioni e sponsor che un gruppo di lavoro si occuperà di cercare nonché sulla partecipazione a bandi nazionali ed europei per specifici progetti.

Giuliana Gambuzza