«Stavo per cedere, per dire sì ma mi sono fermato davanti alla mia famiglia». Con queste parole, che si leggono in una lettera inviata al quotidiano Libero, Gabriele Albertini annuncia che non correrà come sindaco di Milano. Primo cittadino del capoluogo lombardo dal ’97 al 2006 in quota Forza Italia, Albertini era stato proposto come candidato del centrodestra per le prossime amministrative previste per settembre. Era stata la Lega, per bocca di Matteo Salvini, a chiedere all’imprenditore di candidarsi di nuovo, ricevendo solo un “Sì” a mezza bocca dagli alleati.
Un caso personale? – Dietro il rifiuto ci sarebbero motivazioni personali: la famiglia, la diminuzione della retribuzione, ma soprattutto la volontà di non infliggere alla moglie «un disagio, per lei così insopportabile, per un terzo quinquennio». La lettera prosegue con i ringraziamenti commossi ai cittadini milanesi disposti a sostenerlo e al centrodestra per la fiducia riposta, nominando esplicitamente Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Lasciata da parte, invece, Giorgia Meloni.
L’attacco di Salvini – Non sarebbe dunque un caso politico, come ventilato da Adnkronos, che aveva anticipato la notizia già il 5 maggio. Di diverso avviso il leader della Lega, che invece punta il dito (ancora una volta), contro gli alleati: «Sono mesi che cerco di unire il centrodestra in vista delle amministrative. A Roma e Milano avevamo i candidati giusti: Bertolaso e Albertini, ma altri hanno detto no per settimane e mesi e loro hanno perso la pazienza».
L’occhiolino a Sala – Una “pazienza perduta” che, forse, si può intravedere in un passaggio della lettera di Libero. In un «ultimo pensiero, che forse non piacerà a Matteo Salvini, con me così coraggioso e generoso», Albertini racconta che se si fosse candidato e avesse vinto avrebbe voluto Giuseppe Sala come vicesindaco – e avrebbe persino ascoltato i suoi suggerimenti per la scelta degli assessori di Palazzo Marino. Cordialità che (forse) vuole essere una stilettata a un centrodestra troppo confuso per essere un interlocutore affidabile agli occhi dell’ex candidato.
Sarà Lupi? – Con Albertini fuori dai giochi, a destra si riapre il toto-nomi. In testa c’è sicuramente Maurizio Lupi. L’ex forzista, poi alfaniano e oggi alla guida della formazione Noi con l’Italia (organica al centrodestra), avrebbe dalla sua il supporto di Silvio Berlusconi. Sembra sfumata la candidatura dell’imprenditore Roberto Rasia dal Polo, proposto da Salvini a inizio anno, che circa un mese fa parlava di «una situazione ancora in standby».
Meno probabili le nomine di Simone Crolla e del professore Maurizio Dallocchio. Il candidato preferito da Giorgia Meloni sarebbe invece Renato Ruggiero, ex amministratore di Telecom, anche se il peso elettorale di Fdi in Lombardia rendono il suo partito “azionista di minoranza” nella scelta del sindaco (e comunque, non si conoscono sviluppi recenti). Albertini era l’unico candidato del centrodestra in grado di impensierire Sala, nonostante i sondaggi lo dessero almeno otto punti percentuali dietro l’attuale inquilino di Palazzo Marino. Un distacco che nel caso di Lupi si attesta intorno ai 15 punti nelle previsioni più ottimiste.
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