L’emergenza freddo colpisce anche Brera. Non per via della temperatura nelle sale, ma per un calo dell’umidità al loro interno, dall’inizio di gennaio diverse opere custodite nella Pinacoteca milanese sono sotto osservazione. Nel  museo, per una corretta conservazione, l’umidità dovrebbe sempre aggirarsi attorno al 55%, mentre dopo l’Epifania è stato segnalato un crollo al 16%. Sono circa 40 i quadri su tela che rischiano un parziale distacco del colore a causa delle circostanze.

Cristo alla colonna, opera del Bramante temporaneamente rimossa per restauro

Cristo alla colonna, opera del Bramante temporaneamente rimossa per restauro

Veline artistiche. La direzione – a guida James Bradburne – in un comunicato del 15 gennaio segnala che si è provveduto a proteggere le opere a rischio e a ristabilire il giusto livello di umidità. La maggior parte dei quadri sono stati “velinati” nei punti più sensibili, ossia incerottati con sottili strati di carta velina per impedire che la pellicola pittorica si scolli dalla tela. È la pala di Piero Della Francesca il quadro più incerottato. Il Cristo alla colonna di Bramante e le Storie della vita di San Girolamo di Lazzaro Bastiani, invece, sono stati temporaneamente rimossi dai pannelli espositivi e affidati alle cure dei restauratori. Non è chiaro che cosa abbia influito sull’umidità: non sono stati segnalati guasti all’impianto di climatizzazione che la dovrebbe mantenere costante 24 ore al giorno. Per ora il cambiamento climatico che ha coinvolto l’area di Milano a inizio 2017 sembra essere l’unico colpevole.

Scontri e polemiche. Non mancano le polemiche: c’è chi accusa l’attuale direttore della galleria di preoccuparsi più dell’efficienza mediatica della pinacoteca che della sua capacità di raccogliere e custodire opere d’arte, ma il critico Vittorio Sgarbi, in un’intervista a La Repubblica, si è schierato in sua difesa sostenendo che «Forse ci sono degli eventi naturali che non si possono contrastare» e che Bradburne è solo l’amministratore del museo, mentre spetta agli specialisti che si occupano delle opere monitorarle e segnalare eventuali problemi. C’è poi chi imputa il calo d’umidità alla riapertura della porta Gregotti – da metà ottobre ingresso principale del museo per volere di Bradburne – che non sembrerebbe adeguatamente isolata dal punto di vista termico e potrebbe aver scatenato un effetto camino, risucchiando l’aria calda dall’esterno e incanalandola nei corridoi del museo. La direzione risponde alle polemiche ringraziando la propria equipe di restauratori per la tempestività e l’operatività nell’intervenire e rispettando l’agenda del museo: nella serata di lunedì 16 gennaio quattro sale, dalla 28 alla 31, hanno ospitato nonostante tutto una sfilata di modelli Trussardi.