Dopo il giardino verticale, a Porta Nuova arriva anche il campo di grano. Ai piedi dei grattacieli di una delle zone più futuriste di Milano sorgerà un “parco giallo” di cinque ettari, opera dell’artista americana Agnes Denes, inserita all’interno dell’area che ospiterà il parco pubblico “La Biblioteca degli alberi”. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Riccardo Catella in collaborazione con Confagricoltura e Fondazione Nicola Trussardi, ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente i cittadini, che potranno partecipare nelle varie fasi della coltivazione, dalla semina a febbraio fino alla raccolta durante il mese di luglio. Sono già pronti 1.500 kg di sementi di grano “Odisseo” per la prima semina collettiva, in programma sabato 28 febbraio dalle 14 alle 16 con ritrovo al giardino pubblico di via de Castillia. Le persone che decideranno di partecipare, consigliano gli organizzatori, sono invitati a indossare degli stivali. Il contatto con la terra, nel vero senso della parola, sarà una parte fondamentale del lavoro.

Per la realizzazione di “Wheatfield” (letteralmente “campo di grano” appunto), saranno utilizzati anche 15.500 metri cubi di terra e 5mila chili di concime. Un vero e proprio campo che riporta indietro nel tempo, quando nel centro di Milano si coltivava ancora il frumento, protagonista assoluto della battaglia del grano lanciata da Benito Mussolini negli anni dell’autarchia. Passeggiando per varie strade della città, da Piazza Repubblica a Piazza Duomo, fino al secondo dopoguerra ci si poteva imbattere in contadini che, falce alla mano, erano intenti nella mietitura. Un’esperienza all’apparenza impossibile al giorno d’oggi nel capoluogo lombardo, ormai simbolo di traffico e industrie. Grazie a quest’opera sarà possibile passeggiare in un fazzoletto di terra in cui il tempo si è fermato, strappato dalla frenesia dei tempi moderni. All’interno di Wheatfield ci sarà un sentiero pedonabile che, snodandosi nel grano, porterà alla sede della fondazione Catella, che ospiterà anche un orto con frutteto di 4mila metri quadri e promuoverà mostre e iniziative didattiche sull’alimentazione.

L’opera di Agnes Denes è in un certo senso un sequel. L’artista americana, poliedrica e da sempre interessata all’ambiente e all’ecologia, ha realizzato la stessa opera per la prima volta a New York nel 1982. A due passi da Wall Street e all’ombra delle Torri gemelle era spuntata una lingua gialla di due acri (quasi un ettaro), a creare un forte contrappunto con i grattacieli della Grande Mela. Denes, che ora ha 84 anni, rilancia la sua sfida 33 anni dopo, quintuplicando la grandezza dell’opera e spostandola sul suolo italiano. Invariata invece la scelta della città, che è ancora simbolo di tecnologia, modernità e sguardo al futuro. Negli Stati Uniti era New York, in Italia è Milano.

Gabriele Nicolussi