giovaniSedicenni al voto. A Milano per le primarie del centrosinistra anche i giovanissimi potranno scegliere il loro candidato. È la prima volta alle urne per i ragazzi milanesi. Il precedente è nazionale: la gara interna al Pd tra Renzi, Cuperlo e Civati nel 2013. Sfida aperta quindi tra Francesca Balzani, Beppe Sala, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta per guadagnarsi le simpatie anche dei teenager. Una fascia d’età difficile da intercettare per i politici ma con numeri non da poco: oltre 120 mila i sedicenni che potrebbero influenzare lo scrutinio finale. Si discute però dell’efficacia di questa decisione soprattutto perché i giovani non potranno poi scegliere direttamente il sindaco. Ai ragazzi però, nonostante le polemiche sul “voto drogato”, la possibilità di partecipare piace.

Stefano De Lara, studente dell’ ITT Artemisia Gentileschi spiega che «è una bella cosa votare perché dopotutto Milano è la mia città, l’unica pecca che vedo è dover pagare due euro per farlo». Accanto a lui Beatrice Picciaccia ci tiene a sottolineare che andrà a votare: «È un diritto e in quanto tale va esercitato». C’è anche chi vorrebbe votare ma non può. «Mi piacerebbe dire la mia ma non essendo cittadina italiana non posso», spiega Ivanka Otarola, studentessa di origini peruviane in Italia da oltre dieci anni, «È un peccato anche perché tra i miei coetanei noto che c’è tanto disinteresse e invece a me piacerebbe studiare e informarmi prima di votare».

CatturaAprire le primarie ai più giovani rappresenta anche un modo per combattere il fenomeno del disinteresse alla politica. Le segreteria Pd di Milano spiega: «L’idea è avvicinare i giovani e farli sentire parte di qualcosa». Una vera sfida in Italia. Nel nostro Paese la distanza dalla politica è anche anagrafica: la soglia d’età per entrare in Parlamento è tra le più alte al mondo: 25 anni per essere eletti alla Camera e 40 per il Senato. Un gap che potrebbe essere colmato aprendo le urne ai più giovani come accade già in tanti stati: Austria, Argentina, Brasile, Ecuador, Cuba, Svizzera Germania e Scozia per il referendum sull’indipendenza. Si vedrà dopo il voto del 6 e 7 febbraio quanti ragazzi coglieranno l’occasione di dire la loro sul possibile sindaco di Milano.

Diana Cavalcoli