Roberto Maroni, 58 anni Governatore della Lombardia, è indagato per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta

Roberto Maroni, 60 anni, Governatore della Lombardia, è accusato di induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta

Rinvio per “impedimento legittimo”. E Roberto Maroni, per il momento, rimane in sospeso. Il processo che vede imputato per “induzione indebita” e “turbata libertà nel procedimento di scelta” il Governatore della Lombardia insieme ad altre tre persone, sembra non voler proprio iniziare. La data della prima udienza, fissata inizialmente per l’1 dicembre scorso e slittata poi al 3 marzo 2016, è stata spostata al prossimo 5 maggio. Secondo le accuse, nel 2014 Maroni avrebbe fatto pressioni per ottenere un posto di lavoro e un viaggio a Tokyo spesato per due collaboratrici. Se giudicato colpevole, il Governatore, che non era in aula, a causa della legge Severino decadrà automaticamente dalla sua carica, obbligando la giunta a dimettersi e ad andare a elezioni anticipate.

L’udienza del 3 marzo è stata rinviata perché l’avvocato Domenico Aiello era impegnato in giornata in altri due processi. In ogni caso anche Maroni aveva presentato un legittimo impedimento: era a Roma a una conferenza Stato-Regioni sul tema della ludopatia. È la seconda volta che l’udienza preliminare viene rinviata. L’inizio del processo era saltato a causa di uno sciopero degli avvocati.

In realtà i fatti coinvolgono, oltre a Roberto Maroni, altre quattro persone. Questi i protagonisti: Andrea Gibelli, ex segretario generale della Regione Lombardia e attuale presidente di Ferrovie Nord Milano; Giacomo Ciriello, capo della segreteria di Maroni; le due ex collaboratrici del Governatore, quando era ministro dell’Interno, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, quest’ultima non imputata nel processo.

Due i filoni. Nel primo ci sono Maroni e Ciriello, a cui viene contestato il reato di “induzione indebita”. Secondo l’accusa, formulata dal pubblico ministero Eugenio Fusco, avrebbero fatto pressioni sull’ex direttore generale di Expo Spa 2015, Christian Malangone, affinché Paturzo venisse inserita nella delegazione della Regione per un viaggio a Tokyo all’interno del programma World Expo Tour. La società avrebbe dovuto pagare alla donna volo e albergo, per un totale di 6.500 euro. Per la vicenda Malangone è già stato giudicato colpevole, sempre per induzione, e condannato a quattro mesi di reclusione. Condanna che l’ha costretto a immediate dimissioni. Rimane quindi il processo a Ciriello e Maroni. Il Governatore – secondo indiscrezioni – ai tempi aveva una relazione affettiva con Paturzo: i due alla fine non parteciparono al viaggio a Tokyo.

Il secondo filone, con l’accusa di “turbata libertà nel procedimento di scelta”, vede coinvolti oltre a Maroni anche Andrea Gibelli e Mara Carluccio. In questo caso il Governatore, per mano di Gibelli, avrebbe fatto pressioni affinché venisse assicurato un posto di lavoro alla sua collaboratrice all’interno della società Eupolis (controllata dalla Regione). Ammontare del contratto: 29.500 euro, somma limite per non destare sospetti e controlli da parte della Corte dei Conti. Per questo favoritismo, l’ex direttore generale della società, Alberto Brugnoli, ha già patteggiato una pena di otto mesi

Gabriele Nicolussi