laboratorio expo

I soldi non fanno la felicità, o almeno non solo. Così come il Pil fotografa la crescita di un Paese, non il suo benessere. Ma allora come si misura il benessere umano e culturale? Possono indicatori impalpabili come “qualità della vita” e “sostenibilità” essere affiancati e considerati al pari di quelli socio-economici? Cosa si intende per qualità sociale?

Sono questi alcuni argomenti di cui parlerà il 5 dicembre a “Laboratorio Expo” l’economista Lauren J.G. Van Der Maesen, direttore della Fondazione Europea sulla Qualità Sociale (EFSQ) con sede a l’Aja. La cornice è quella del Colloquium internazionale ”Le dimensioni della sostenibilità: Uomo, Cibo, Città, Ambiente”, il primo degli incontri organizzati dalla Fondazione Feltrinelli.

Dal 1997 la EFSQ lavora alla definizione teorica di “qualità sociale” e al suo approccio pratico, confrontandosi con realtà universitarie europee e asiatiche. L’obiettivo è quello di promuovere un’immagine di Europa che sappia coniugare il successo economico con la giustizia sociale e la partecipazione attiva dei suoi cittadini. Mostrare quindi il concetto di società sostenibile come modello vincente, applicabile dovunque.

“La qualità sociale di una società è proporzionale al grado di crescita del well-being e delle capacità individuali, generato dalla partecipazione delle persone alla vita sociale ed economica della comunità territoriale”, spiega infatti nel libro Social Quality: a vision for Europe Van Der Maesen, che ha collaborato anche con l’Istituto Olandese per il coordinamento delle scienze sociali (ISS) riflettendo su sviluppo urbanistico, sanità e welfare.

Agli indicatori economici vanno quindi affiancati quelli socio-politici, socio-culturali e ambientali: solo così si potrà arrivare a un’istantanea realistica del benessere di una società, e fornire indicazioni pratiche per progettarne lo sviluppo futuro.

Alexis Paparo