È caccia aperta ai complici del rapinatore ucciso martedì 24 novembre durante la rapina nella villa di Rodano. Sono armati e con molta probabilità hanno l’appoggio di persone che li possono nascondere. Secondo gli inquirenti la vittima, Valentin Frokkaj, albanese di 37 anni, omicida ergastolano, ricercato dalla polizia, ha passato la sua latitanza (più di un anno) proprio sul territorio milanese.

Che fossero pericolosi e pronti a fare del male, lo ha capito subito lo stesso Rodolfo Corazzo, la vittima della rapina. «Ci hanno detto: “Se non ci date i soldi vi apriamo in due”», racconta ai cronisti il commerciante di gioielli che ha sparato e ucciso uno dei malviventi. I rapinatori, coltello in mano, minacciavano di mutilare la figlia. «Se tuo papà non ci dà ancora contanti ti tagliamo le dita». Il gioielliere ripensa a quell’ora e venti ostaggio dei banditi e ripete di aver «fatto di tutto per difendere la mia famiglia: mia figlia di 10 anni e mia moglie. La mia intenzione non era uccidere ma di mandarli via».

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La ricostruzione dell’uomo È sera e il gioielliere sta tornando a casa dopo il lavoro nella sua villetta a Rodano. Appena parcheggiato lo scooter viene assalito da tre uomini che lo perquisiscono alla ricerca di armi, lo legano e si fanno aprire la porta di casa. Dentro ci sono la moglie e la figlia di 10 anni. Da quel momento inizia un’ora e mezza di minacce alla famiglia e botte all’uomo. I malviventi si fanno consegnare l’incasso della giornata, 4 mila euro, e aprire la cassaforte con i gioielli. Lì trovano una pistola, una Smith&Wesson calibro 357 Magnum, regolarmente detenuta dal gioielliere. Ma, stando al racconto di Corazzo, i rapinatori vogliono di più.

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Valentin Frokkaj, il rapinatore ucciso nella sparatoria di Rodano

Secondo loro ci sono altri soldi. Dopo aver minacciato di tagliare le dita alla figlia, rinchiudono la famiglia in una stanza. «Avete tre minuti per dirci dove sono gli altri soldi». Un errore quello dei malviventi. Il gioielliere era riuscito a nascondere una pistola sotto il giaccone. Fa andare moglie e figlia dietro il divano e aspetta che i tre uomini ritornino. Uno dei rapinatori apre la porta e Corazzo spara un colpo di avvertimento in aria. Da lì inizia la sparatoria che porta all’uccisione di Valentin Frokkaj e alla fuga dei due complici, che scappano impugnando la Smith&Wesson di Corazzo. In quei minuti vengono esplosi dieci colpi: quattro dall’uomo e sei dai malviventi, che ora sono i ricercati numero uno nel nord Italia. Secondo il procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili la sparatoria si sarebbe svolta «nell’ambito della legittima difesa».

Il rapinatore ucciso  Valentin Frokkaj, pregiudicato, rapinatore di professione, in prigione proprio non ci voleva stare. Condannato all’ergastolo nel 2007 per l’omicidio di un connazionale, nel 2013 era evaso dal carcere di Parma. Dopo circa sei mesi di latitanza, è stato arrestato a Milano e spedito prima a San Vittore e poi al Pagliarelli di Palermo. Da lì la nuova evasione il 14 maggio 2014.

 

Gabriele Nicolussi