Albertini e Formigoni

Da sinistra: Gabriele Albertini e Roberto Formigoni (foto Ansa)

Da «candidato ideale» di una coalizione di centrodestra a politico che si autocandida alla presidenza della Lombardia. Da «solo contro tutti» a protetto del premier uscente Mario Monti. Il tutto in pochi mesi. Due volte sindaco di Milano sotto la bandiera di Forza Italia, poi europarlamentare per il Pdl, a novembre Gabriele Albertini si candida alla poltrona di governatore «rispondendo ad una richiesta della società civile».

Dopo Roberto Maroni e Silvio Berlusconi, tanto per citare i big, anche Roberto Formigoni toglie il suo sostegno ad Albertini per darlo al segretario leghista. Adesso Formigoni e Albertini condividono un posto da capolista al Senato nella circoscrizione Lombardia. Ma per due coalizioni diverse: Scelta civica/Con Monti per l’Italia per Albertini e Pdl-Lega per Formigoni che, dopo gli scandali che lo hanno portato a dimettersi, è tornato da Berlusconi.

Il cambio di alleanze non ha mancato di sollevare polemiche. «Non mi inquieti o parlo» di poltrone e, beninteso, dalle parole di Albertini l’ex numero uno del Pirellone «ha solo da perdere». «Albertini non ha la possibilità di vincere – è stata la replica di Formigoni – ma i voti dati a lui potrebbero favorire la sinistra e io non lo voglio. Con la Lega abbiamo sempre lavorato bene e ho sempre detto che dobbiamo continuare a collaborare».

A proposito di sinistra, il vincitore alle primarie di coalizione di dicembre, Umberto Ambrosoli, continua la sua campagna elettorale. Come da copione, tra attacchi agli avversari («Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha governato con la stessa Lega che ora propone Maroni») e proposte come quella di creare una banca regionale che conceda credito alle aziende in difficoltà.

A poco più di un mese dalle regionali del 24 e 25 febbraio, la corsa conta due nuovi protagonisti. Sono Silvia Carcano, lanciata- dal Movimento 5 Stelle il mese scorso, e Carlo Maria Pinardi per Fare per fermare il declino. Il nome dell’economista della Bocconi è arrivato il 10 gennaio. Come per le elezioni politiche, il neonato partito di Oscar Giannino si è lasciato alle spalle la possibilità di un’alleanza con il centrodestra.

Giuliana Gambuzza