Il ministro dell'Interno Cancellieri si pronuncia sull'election day

«Certamente ci sarà l’accorpamento delle politiche con le regionali in Lombardia e Molise, mentre per il Lazio c’è una sentenza del Tar che per ora impone il voto il 3 e 4 febbraio». La mattina di martedì 11 dicembre il ministro dell’Interno Cancellieri è così tornata a parlare delle elezioni in Lombardia.

Non si è fatta attendere la risposta del presidente uscente Formigoni, il quale ha twittato: «Il ministro Cancellieri fa incomprensibili distinguo: Lazio a urne per conto suo, Lombardia e Molise insieme alle politiche. Perché mai?». La responsabilità è del Tar, ha specificato nella sua dichiarazione il titolare del Viminale: «se il Tar decidesse per un’altra data noi saremmo ben felici di adeguarla all’election day». Per la data di quest’ultimo sono stati poi individuati i weekend alla fine di febbraio, nello specifico quelli del 17/18 e del 24/25, sottolineando però che l’ultima decisione «dipende dal capo dello Stato e dalla data di scioglimento delle Camere», ha concluso il ministro.

Vista l’uscita di scena anticipata, le intenzioni del governo Monti sono di andare a votare il più presto possibile per dare ai cittadini un nuovo esecutivo. Dalla stessa esigenza nasce la volontà di accorpare politiche e regionali. Non solo: l’election day costituirebbe un notevole risparmio di denaro pubblico e un possibile antidoto all’astensionismo. Il percorso per arrivarci non è semplice: non tutti gli schieramenti politici lo vogliono e i tempi tecnici per raggiungere un accordo sono stretti.

In questo quadro vanno inserite anche le elezioni amministrative, che in primavera porteranno al voto oltre 7 milioni e mezzo di italiani sparsi in più di 600 comuni. Il periodo previsto dalla legge per queste votazioni è il mese che va dal 15 aprile al 15 giugno. Anche in questo caso sarebbe necessario un decreto legge per anticipare a febbraio la turnata elettorale, ma per approvarlo servirebbe accordo in Parlamento. Il tempo stringe.

Alessandro Minissi