"Ago e Filo", 2000, Piazzale Cadorna (MI), di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

"Ago e Filo", 2000, Piazzale Cadorna (MI), di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

Piazzale Cadorna avrà di nuovo la sua statua. Sono iniziati ieri i lavori per liberare dai ponteggi l’opera “Ago e Filo”, dopo sei mesi di restauro. I lavori, costati circa 100mila euro, hanno cancellato i segni lasciati su plastica e acciaio dal clima e dallo smog. Lucidati anche i colori originari, anneriti proprio dall’inquinamento meneghino. L’opera fu commissionata dal Comune di Milano alla coppia di artisti svedesi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen e inaugurata nel gennaio 2000.

L’ispirazione, per i due artisti, era arrivata in un pomeriggio di pioggia, mentre camminavano per la città insieme all’archietetto Gae Aulenti. «Arrivammo in piazzale Cadorna. Gae si stava occupando di ridisegnare l’arredo urbano della piazza. All’improvviso si fermò e ci indicò, con l’ombrello, il punto dove avrebbe voluto che fosse posizionata una scultura fatta da noi», spiega Oldenburg. Inizia così la genesi di un’opera che, nell’intento degli autori, è un omaggio alla Milano frenetica e lavoratrice. «Il nostro lavoro è iniziato con una metafora: un treno entra in una galleria come il filo attraverso la cruna dell’ago», dice Oldenburg. Da qui i colori scelti per il filo: rosso, verde e giallo, come le linee della metro milanese.

Per rendere al meglio la loro idea di un filo che, dopo essersi infilato nell’ago-tunnel, sprofonda nella terra e riesce, gli artisti svedesi hanno aggiunto un terzo elemento alla loro opera. Dall’altra parte della strada un nodo emerge dall’asfalto. È il punto d’arrivo del treno metaforico di Oldenburg e van Bruggen. I due non hanno lasciato nulla al caso. La cruna dell’ago è rivolta verso Castello Sforzesco, mentre il filo, che sale per 18 metri d’altezza e s’attorciglia all’acciaio, «dà un profilo attivo e in espansione nello spazio, scorrendo dall’alto della scultura», spiega Oldenburg. Due elementi scelti non a caso, ma per omaggiare l’industria della moda, per cui Milano è famosa in tutto il mondo.

Susanna Combusti