Expo Milano

L’Expo di Milano: un potenziale bersaglio del terrorismo

Un ritorno temporaneo ai controlli per chi entra in Italia, da applicare durante i sei mesi dell’Expo. Dopo i fatti di Parigi, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni pensa a misure di sicurezza eccezionali – ma non inedite – in vista dell’Esposizione Universale che inaugurerà a maggio. Arrivando a proporre di sospendere la libera circolazione dei cittadini europei provenienti dall’area Schengen: «Così potremo controllare meglio chi entra in Italia dalle frontiere Ue».

L’Esposizione Universale, infatti, «potrebbe essere un obiettivo sensibile», come ha detto chiaramente il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina lunedì 12 gennaio. Sono parole non nuove – da tempo si parla del problema della sicurezza dell’Expo – ma il clima in cui sono state pronunciate lo è eccome. Dopo le stragi avvenute in Francia, a fare paura non sono più le proteste degli antagonisti o dei centri sociali e tanto meno i borseggi, bensì il terrorismo.

Per questo il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha annunciato ufficialmente di voler chiedere al Governo la sospensione del trattato di Schengen in vista di Expo. «In un momento come questo – ha dichiarato – penso che si debba tornare a controllare meglio chi entra in Italia dalle frontiere Ue». A spalleggiarlo, sempre all’interno della Lega Nord, c’è il presidente del Veneto Luca Zaia. I precedenti non mancano: l’Italia ha già sospeso temporaneamente il trattato di Schengen durante il G8 di Genova (2001) e per quello dell’Aquila (2009).

Altri Paesi hanno preso una decisione di questo tipo in occasione di alcune allerte terrorismo, come la Norvegia fece nel luglio 2014, quando notizie d’intelligence facevano temere proprio per azioni da parte di fondamentalisti islamici reduci dalla Siria. Schengen è già al centro di un dibattito: c’è chi, come Marine Le Pen, ne ha invocato addirittura la revoca permanente. Il 12 gennaio, però, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato senza mezzi termini che Schengen non si discute. La sospensione temporanea non dovrebbe suscitare opposizioni così forti nelle cancellerie europee, ma il governo italiano, per ora, non sembra propenso ad appoggiare la proposta di Maroni. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si è già espresso in senso contrario: «Sacrificare la libertà di circolazione sarebbe un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo».

Chiara Severgnini