Quattro nigeriani arrestati a Milano, accusati di

Quattro nigeriani arrestati a Milano, accusati di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù

Venivano schiavizzate in Nigeria, soggiogate psicologicamente anche grazie a riti vodoo. Poi attraversavano il deserto e salivano a bordo dei barconi di immigrati che dalla Libia attraversano il Mediterraneo per sbarcare a Lampedusa. Quindi condotte a Milano, e obbligate a prostituirsi sulla strada provinciale 40 a Carpiano per estinguere un debito che poteva raggiungere i 70 mila euro. Sono almeno nove – quelle per ora individuate – le donne vittime di una rete criminale sgominata dalla polizia di Stato il 5 novembre nel capoluogo lombardo.

Un anno di indagini, condotte dalla squadra mobile di Milano, ha portato all’arresto di quattro nigeriani, che operavano tra il loro Paese d’origine e l’Italia. Il fascicolo è stato poi trasmesso alla procura della Repubblica di Lodi, fino ad atterrare sulla scrivania della direzione distrettuale antimafia di Milano. Gli uomini sono accusati di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù. Quattro delle ragazze individuate hanno trovato ora rifugio presso una comunità, grazie all’ufficio Tratta della Casa dei diritti, gestita dal comune.

Un episodio simile era stato scoperto a Bari il 20 ottobre. Stessa provenienza, la Nigeria – Paese d’origine di arrestati e donne obbligate a prostituirsi –, stessi metodi di sottomissione. Un sacerdote aveva convinto Grace, una delle vittime, assoggettata con riti vodoo e poi caricata su un barcone verso l’Italia, a raccontare la sua storia alla polizia. Grazie a lei, era stata sgominata una cellula criminale che operava nel Barese, specializzata nella tratta di esseri umani.