di Nicola Baroni e Lorenzo Nicolao
Tra gli ospiti dello show di Roberto Bolle c’è anche Ahmad Joudeh, classe 1990, siriano, fuggito alla guerra civile, minacciato di morte dall’Isis e infine ammesso al Dutch National Ballet di Amsterdam. «Ho incontrato Ahmad ad Amsterdam un anno fa – ricorda Bolle – e ancor prima di conoscerlo tutti, dal direttore alla mia partner di ballo, mi dicevano che avrei dovuto incontrare questo ragazzo, lui era arrivato da un mese. Io mi chiedevo cosa avesse di speciale Ahmad, poi quando mi raccontò la sua storia capii. Ero sempre stato il suo idolo e la danza lo aveva aiutato a scappare dal suo paese e farcela».
Lo show di bolle “Danza con me” andrà in onda su Rai1 il prossimo primo gennaio e, sull’onda del successo dell’anno scorso, l’intento è sempre lo stesso: svecchiare l’immagine della danza tra il grande pubblico. Con lui si esibiranno molti amici: da Sting a Tiziano Ferro, da Fabri Fibra a Pif. Bolle ha presentato lo show all’Accademia della Scala, dove a 11 anni si trasferì, da Vercelli, per studiare danza. Quella stessa accademia che, dice Luisa Vinci, quest’anno ha 166 allievi di cui 66 maschi: «L’aumentare dei ballerini maschi è anche merito di Roberto, non ci potrebbe essere strategia di comunicazione più efficace del lavoro straordinario del Maestro nei teatri di tutto il mondo».
Milano è stato l’inizio ma anche la città che lo ha adottato e dove sempre ritorna. Il luogo del cuore di Milano di Roberto Bolle? «Difficile trovarlo se si escludono la Scala e l’accademia che per tutti questi anni sono stati la mia vita». Cosa manca a Milano? «Dal punto di vista culturale nulla, per il resto qualcosa manca: i trasporti dagli aeroporti al centro città», ride. Lui che l’aereo dovrà continuare a prenderlo spesso: nel 2018 ha già in programma esibizioni dal Covent Garden di Londra al Metropolitan di New York, fino al Giappone.