Salvini Milano“Salvini sindaco di Milano? Un bel sogno”. Questo il parere di Giuliano Pisapia sull’eventualità che la sua giunta di sinistra venga sostituita da una leghista alle prossime elezioni comunali del 2016. Una risposta ironica che arriva dopo una dichiarazione del segretario del partito: “Fare il sindaco di questa città è il mio sogno nel cassetto”.

Un cassetto capiente. Che contiene anche il desiderio di sfidare “l’altro Matteo”, il presidente del Consiglio, sul territorio nazionale: “Se si andasse a votare alle politiche a breve – spiega – non lascerò certo il campo libero a Renzi”. Resta l’ipotesi che quella data arrivi dopo la primavera 2016, quando la sedia di Pisapia resterà vuota: “Allora sì che potrei coronare davvero il mio sogno, prima le Comunali e poi le Nazionali”, commenta Salvini.

La Regione Lombardia sarebbe contenta. Il presidente Roberto Maroni ha mostrato il suo supporto al leader della Lega – con il quale non sono mancati alcuni scontri di visione politica – sottolineando come “Matteo sarebbe un ottimo sindaco. Ma è presto per parlarne, manca un anno”.

Resta il fantasma della sfida a Pisapia, eletto nel 2010 con il 55 per cento dei voti, ma sulle questioni di case popolari, trasporti ed Expo 2015 il presente sindaco si gioca il mandato: “Si ricandiderà il buon Pisapia?”, si chiede Salvini, “non lo farà. È una brava persona, gli voglio anche bene, ma si rende perfettamente conto che ha fatto ben poco per questa città, se non riconoscere i matrimoni gay celebrati all’estero… Milano ha altri problemi”.

Ma Pisapia si ricandida o no? Mentre su Twitter se ne discute, l’attuale inquilino di Palazzo Marino tentenna e non rilascia dichiarazioni definitive. Intanto si espande la marea di candidati alternativi, che spaziano dalla sua stessa giunta – l’assessore alla Mobilità Maran, l’assessore al Welfare Majorino – a Umberto Ambrosoli, già sconfitto da Maroni alla Regione nel 2013. Senza dimenticare i renziani, dalla giovane Lia Quartapelle – della quale si era parlato per una candidatura a ministro degli Esteri – al segretario Pietro Bussolati.

Chiara Piotto