cure-palliative-ansaLa Lombardia “apripista” e capofila per le cure palliative in Italia: qui si concentra circa un terzo delle strutture a livello nazionale. Tra ricoveri e day hospital, ogni anno vengono assistite migliaia di pazienti. Ma la domanda è ampia e non mancano gli obiettivi, primo fra tutti l’aggiunta di nuovi posti letto da Varese a Bergamo, ancora da perseguire.

Secondo una ricerca realizzata da Eupolis per l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di strutture e posti letto per le terapie palliative e ha la copertura più ampia rispetto alle esigenze della sua popolazione. In numeri, si tratta di 53 strutture residenziali accreditate, tra pubbliche e private, e di 37 centri per l’ospedalizzazione domiciliare cure palliative (di cui 26 attivati), oltre a vari enti per l’assistenza a casa. In totale, si contano 662 posti letto per il ricovero e 57 in day hospital. ”La regione – ha spiegato Daniela Gregorio, coordinatrice dell’indagine – ha l’offerta più complessa e maggiore rispetto alle altre, con 0.68 posti letto ogni 10 mila abitanti”.

Tra il 2009 e il 2011, in Lombardia sono stati assistiti 9.903 malati solo negli hospice socio-sanitari. “È la regione che ha maggiormente sviluppato questo settore, tanto che ha avuto la funzione di apripista e dovrà continuare ad avere un ruolo guida”, ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo.

Si può comunque fare di più: a fronte di oltre 30 mila morti all’anno per patologia neoplastica, i pazienti considerati bisognosi di questo tipo di terapia in Lombardia sono 48 mila, tra cui 29 mila oncologici e oltre 1.600 in ambito pediatrico. Secondo la Commissione ministeriale dedicata, il 20% dei casi necessita di assistenza residenziale e l’80 di quella domiciliare. Dal punto di vista della distribuzione geografica degli hospice, servono più posti nelle province di Varese, Lecco, Bergamo e nell’area di Milano 2.

Tra gli altri problemi rilevati dallo studio, c’è quello relativo al portafogli: i costi delle terapie palliative a domicilio non sono omogenei e mancano tariffe specifiche – nonché posti letto – per quelle riservate ai bambini.

Giuliana Gambuzza