«Gioca al “io non c’ero e se c’ero dormivo”». Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha attaccato su Facebook  il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che si è detto contrario all’ingresso di rappresentanti (e capitali) dell’Arabia Saudita nel consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala, aggiungendo di non essere informato della questione. Ma il primo cittadino ambrosiano non ci sta: «Il Cda della Scala dell’11 febbraio ha discusso della questione e la Regione ha un rappresentante nel Cda», ha spiegato. Il possibile ingresso saudita nel Cda del teatro sta tendendo sempre più i rapporti tra Comune e Regione fino dall’incontro del 18 marzo.

La polemica – I problemi erano iniziati quando il sovrintendente alla Scala, l’austriaco Alexander Pereira, aveva parlato in un’intervista dell’ipotesi di finanziamenti sauditi e di un ingresso di esponenti della monarchia araba nel Consiglio di amministrazione dell’ente teatrale, presieduto da Sala. Era stato proprio Sala a inviare una lettera formale a tutti i componenti del Cda con l’invito a mantenere per il momento riservato il «possibile finanziamento». Ma Pereira aveva infranto il segreto, mettendo a repentaglio un accordo da 15 milioni di euro in tre anni. Lo stesso Pereira aveva sostenuto che il primo a parlargli di contatti con gli investitori sauditi della società petrolifera Aramco era stato l’ex-direttore della Padania e consulente di Fontana per le Relazioni internazionali, Max Ferrari. La Lega aveva smentito, chiedendo le dimissioni di Pereira con una mozione presentata in Comune. Fontana poi aveva affermato di non essere al corrente della situazione, nonostante la Regione Lombardia sia tra i primi soci della Fondazione che controlla la Scala e conti un rappresentante nel Cda, lo storico dell’arte Philippe Daverio. Dietro la polemica ci potrebbe essere, ha sostenuto Pereira, «un tentativo di farmi fuori». Tuttavia il sovrintendente è fiducioso che il suo sforzo di reperimento dei fondi necessari alla Scala (45 milioni all’anno, sostiene) renda il suo lavoro indispensabile.

Opinioni contrastanti – La proposta di collaborazione con l’Arabia Saudita ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato il ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, ha parlato di «un progetto più ampio» tra Italia e Arabia Saudita, a margine del quale vi sono stati diversi incontri diplomatici cui ha partecipato anche la Russia. Ma si sono levate anche voci contrarie: il partito Liberi e Uguali, per esempio, osteggia la collaborazione con un Paese «al centro dell’indignazione mondiale per le atrocità compiute in Yemen, per le ripetute violazioni dei diritti umani e la feroce esecuzione del giornalista Kashoggi».