Le foto delle persone arrestate stamani tra Milano ed Atene.

Le foto delle persone arrestate stamani tra Milano ed Atene.

Cinque mesi e seicento gigabyte di video dopo gli scontri che hanno devastato Milano, stamattina la Polizia di Stato ha arrestato otto persone del ‘blocco nero’ protagonista delle violenze del primo maggio scorso. Sono quattro italiani e quattro greci. Altre due persone, un italiano e un greco, ancora latitanti. A loro si aggiungono altri cinque indagati a piede libero, tre milanesi, un comasco e un greco. Le ipotesi di reato sono devastazione e saccheggio, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e travisamento. Rischiano tutti tra gli otto e i quindici anni di carcere.

Nella conferenza stampa seguita agli arresti, tenuta da Claudio Ciccimarra della Digos e dal procuratore Maurizio Romanelli, è stata spiegata la dinamica dell’indagine che ha portato agli arresti di oggi. Un lavoro lungo e meticoloso, basato «sull’analisi minuziosa di centinaia di fotogrammi» necessario ad identificare queste «quindici posizioni assolutamente certe». I 15 indagati avrebbero fatto parte, quel 1° Maggio, del ‘blocco nero’, così definito dagli inquirenti: «Circa trecento soggetti che si sono compattati e sono i responsabili della parte più consistente delle violenze e devastazioni commesse», in particolare in zona Magenta. La Procura sarebbe anche in possesso di «posizioni genetiche consolidate» che sono state esaminate durante le indagini.

La conferenza stampa in Questura a Milano

La conferenza stampa in Questura a Milano

Gli arresti sono stati eseguiti nella prima mattinata di oggi, giovedì 12 novembre: a Milano nelle zone del Cimitero Maggiore, Porta Genova, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo e ad Atene, nel quartiere anarchico di Exarchia. A proposito, il procuratore Romanelli, ha definita «pronta ed efficiente» la collaborazione della polizia greca. Gli indagati italiani hanno un’età compresa tra i 25 e i 30 anni, e tutti hanno precedenti di polizia per scontri di piazza. Quindi persone note alle forze dell’ordine, appartenenti ad ambienti anarco-squatter-antagonista, ma senza una precisa affiliziazione ad alcun centro sociale, gruppo politico, né all’area ‘No-Tav’.

Il procuratore ha poi confermato che le indagini proseguono: «È una prima risposta di giustizia. Le indagini proseguono, ma non posso dire quanti indagati ci sono al momento nel fascicolo». In particolare la Digos sta indirizzando la propria attività «sul fronte organizzativo. Stiamo racciogliendo elementi per verificare se c’è stata, come sospettiamo, una regia internazionale che ha fatto affluire persone da tutta europa per gli scontri». Quanto agli arrestati italiani, secondo Ciccimarra non avrebbero avuto «un ruolo di tipo organizzativo, se non ad un livello basilare».

Antonio Lusardi