Carceri sovraffollate, Italia condannata (foto Ansa)

Un giorno di prigione e poi il suicidio. Si è impiccato nella notte di mercoledì 25 novembre nel carcere di Opera Paolo Leone, l’uomo di 62 anni arrestato martedì per il tentato omicidio di Giuseppe Lombardo. Dopo una breve fuga si era consegnato agli agenti confessando il reato: «Ho appena ucciso un uomo a Corbetta. Ho fatto la galera per colpa sua».

I due erano stati arrestati nel 2007 per spaccio internazionale di stupefacenti. Avevano gestito l’importazione di 400 chili di cocaina da destinare al Nord Italia. Lombardo in quell’occasione aveva collaborato, facendo il nome del complice. Collaborazione che gli è valsa uno sconto di pena. Passerà in prigione solo un mese. Diversa la sorte per Leone che è stato rinchiuso per 8 anni. Una volta uscito, circa due mesi fa, l’unico pensiero era la vendetta. Ma i tre colpi di pistola all’ex complice non l’hanno ucciso. «Mi ha venduto. Mi ha rovinato la vita. Per colpa sua ho perso tutto, mi hanno confiscato tutto, anche la casa di mia madre a Ravenna. Ho dovuto farla ricoverare in un ospizio». Leone ha spiegato così ai carabinieri di Abbiategrasso le ragioni del tentato omicidio. Originario di Settimo Milanese, viveva a Sedriano con la compagna sudamericana e aveva due figli (di cui uno frutto di una relazione precedente).

lombardo

Giuseppe Lombardo è in prognosi riservata all’ospedale Niguarda

Il suicidio di Leone riporta alla cronaca il dibattito sulle condizioni, spesso precarie, delle carceri italiane. «L’ennesimo suicidio di un altro detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze», ha commentato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. «Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 17 mila tentati suicidi ed impedito che quasi 125 mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Purtroppo a Opera il pur tempestivo intervento del poliziotto di servizio non ha potuto impedire il decesso del detenuto».

Gabriele Nicolussi