Quasi due ore per dare risposte precise. E cercando di non litigare, come è invece accaduto negli ultimi giorni. I quattro candidati alle primarie del Pd si sorridono e si danno pacche sulla spalla. Corrono per essere sindaco nel dopo Pisapia. O almeno – dopo le primarie del 6 e 7 febbraio – per essere il candidato del centrosinistra. Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino, Giuseppe Sala. Alla domanda su quali siano le loro differenze si sbizzarriscono: Sala ha un approccio più gestionale di Majorino. Majorino pensa più alle persone che ai bilanci rispetto a Balzani. Balzani si offende e replica sostenendo che «sono proprio i bilanci a fare la realtà delle persone». Iannetta coglie l’occasione per rinfacciare agli attuali componenti della giunta la questione degli scali ferroviari: un milione e trecentomila metri quadri di aree dismesse che dovevano essere restituiti ai cittadini ma che una delibera comunale ha lasciato al degrado.

Quando sono saliti sul palco, i posti del Teatro dal Verme, sede del primo confronto elettorale tra i quattro, sono già tutti occupati. Sul palco quattro alti leggìi, un po’ all’americana. A sinistra una pianista che intrattiene gli oltre 1.400 spettatori. Alle 19 in punto sale sul palco il sindaco uscente, Giuliano Pisapia. Anzi, più che salire, sbuca dalle quinte, fa un cenno di saluto e scende tra gli applausi del pubblico. Il palco ha avuto la benedizione, il confronto può cominciare.

Le regole sono precise. Tre minuti per rispondere alle domande, un solo diritto di replica di un minuto. I quattro candidati entrano, ognuno preceduto da una breve biografia. C’è il vicesindaco Francesca Balzani, avvocato, che si è occupata di bilanci negli organismi europei nel 2012 e nel Comune di Milano dal 2013. È l’unica donna ed è genovese. Ama la pizza ed entra sulle note di “Rock the Casbah” dei Clash. C’è Beppe Sala, cuore nerazzurro, milanese e bocconiano. È “l’uomo concreto”: manager alla Pirelli, poi Telecom, nel giugno 2010 viene prelevato dalla direzione del Comune per salvare Expo, che all’epoca non aveva ancora indetto neanche una gara. Per lui David Bowie, “Heroes”. C’è Pierfrancesco Majorino, lo scrittore, che si occupa di diritti civili in giunta Pisapia e di politica fin da ragazzo (l’unico tra i quattro). Amante del Parco Trotter, entra in scena con “People have the power” di Patti Smith. Infine Antonio Iannetta, “l’alieno”, il “manager del sociale”. Ha lavorato in Somalia, in Brasile, a Gaza. Fan dell’hockey, raggiunge il suo leggìo al ritmo di “Born to run” di Bruce Springsteen.

primarie pd

A due settimane dalle primarie, i quattro candidati sindaco Pd si sono confrontati di fronte a 1400 persone

Partono le domande, che saranno nove. I temi principali sono le tasse comunali, la semplificazione della burocrazia, le periferie, le case popolari, il lavoro. Comincia Balzani, che si cimenta nella promozione della “local tax”: «Dobbiamo alleggerire la pressione fiscale ma lasciando tutto nelle casse del Comune». Entra a gamba tesa Sala: «Dire di volersi tenere le proprie tasse è il tipico leitmotiv della Lega. Dobbiamo ridurle e investire sulla semplificazione per due buone ragioni: la città metropolitana e la tecnologia». Di lavoro parlano Majorino e Iannetta, che puntano sui giovani promettendo fondi alle start-up e alle piccole realtà imprenditoriali. Balzani e Sala toccano il tema delle case popolari, rivendicando la necessità del Comune di recuperare i tremila appartamenti gestiti dall’Aler e ancora sfitti.

Si passa poi ai progetti e alle risorse per finanziarli. Iannetta punta sull’inclusione delle periferie, «la linfa della città». Balzani propone una «suggestione»: riutilizzare spazi privati come l’ex Ansaldo «dove fare incontrare la domanda e l’offerta», per esempio affittando alloggi a basso costo agli universitari. Prende la parola Sala e invoca «concretezza». Il progetto più fattibile e più necessario, per il commissario unico di Expo, è quello di rivedere i bilanci per offrire case e servizi. Majorino progetta cultura immaginando una «casa delle letteratura e del sapere» in via Soderini, zona Lorenteggio. Poi nomina, per la prima volta dall’inizio del dibattito, l’ambiente: «Vogliamo una rivoluzione che ci permetta di essere nel 2021 la città in cui si estende l’area C, nel 2030 la città che rinuncia all’auto privata e nel 2040 la città a zero emissioni».

Un meccanismo singolare, quello delle primarie, in cui si corre da soli ma insieme. E così, quando un’ora e una quindicina di applausi dopo si arriva al classico appello al voto, tre candidati usano il tempo a disposizione per invitare i cittadini a esprimere una preferenza. «Ricordatevi che l’obiettivo è vincere le elezioni di giugno. Questa prima fase è un esercizio di libertà», dice Balzani. «Non siete tifoserie, ma soggetti del cambiamento», prosegue Majorino. E Iannetta: «Vogliamo primarie aperte, partecipate e vere». L’unico a cedere a un po’ di protagonismo è Beppe Sala: «Io conosco bene la macchina del Comune. Io sono un buon interprete. Io sono pronto per queste primarie». Ma, d’altro canto, qualcuno dovrà pur vincerle.

 Angelica D’Errico