Federica Iammatteo è morta dopo un tatuaggio

“Nel mondo non c’è notizia finora di persone morte per colpa di un tatuaggio”. Claudio Pittan, storico tatuatore milanese, commenta così il rischio che si diffonda nell’opinione pubblica la paura dei tattoo dopo il caso di Federica Iammatteo, la 23enne morta poche ore dopo essersi tatuata in uno studio del centro di Milano.

Il titolare dell’atelier “Pittan” – in sintonia con i primi pareri medici – spiega che “nel mondo occidentale non ci sono pericoli per la vita. Esistono casi di scarsa cura della fase post-tatuaggio, che possono portare a contrarre virus rischiosi. Ma avviene solo nel terzo mondo o in situazioni igieniche non idonee, come in carcere”.

Non è questo il caso di Federica Iammatteo, morta al Policlinico nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 aprile, per uno shock settico. La ragazza avrebbe cominciato ad accusare un insolito malessere, mal di gola, e una strana sensazione, già mentre il tatuatore le stava disegnando sulla spalla sinistra un pesce, pare per coprire un altro tatuaggio. Ma dallo studio smentiscono che si sia sentita male durante la procedura. La morte della giovane è arrivata 48 ore dopo. La procura di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. In attesa dei risultati dell’autopsia, i Nas hanno già controllato lo studio di viale Sabotino, che è risultato rispettare le norme igienico-sanitarie.

Secondo Pittan, tra i più noti tatuatori di Milano, non si può morire per un tatuaggio perché “le quantità di inchiosto che vengono a contatto col corpo sono molto ridotte. Chi è allergico a qualche pigmento sa quasi sempre di esserlo, perché sono sostanze alle quali siamo esposti ogni giorno, un po’ come con il nichel nelle monete”.

Federica Iammatteo aveva già diversi tatuaggi ed era sempre stata bene. Ma esiste il sospetto che la ragazza fosse diventata improvvisamente allergica all’inchiostro. Secondo alcuni studi clinici, continuare a fare tatuaggi può sensibilizzare alle sostanze utilizzate e quindi provocare forti reazioni allergiche. Normalmente, racconta Pittan, quando ci si tatua “il massimo a cui si può andare incontro è una leggera febbre dovuta allo stress fisico, con un po’ di spossatezza o irritazione. Nei casi limite potrebbe verificarsi anche un calo di pressione”, ma nulla di più.

Restano da chiarire le circostanze che hanno portato Federica alla morte, “Magari – conclude Pittan – la medicina potrebbe scoprire qualcosa che oggi non sappiamo”.

Francesco Giambertone