imageIndossano tutti la stessa maglietta bianca. A prima vista sembra una divisa da lavoro, ma a guardare meglio non lo è. Non indossano l’uniforme della loro compagnia e non sono qui per recarsi al lavoro, perché stanno per essere licenziati. Sono una trentina di dipendenti della Teamsystem e arrivano da tutta Italia: Roma, Bari, Catania, Palermo, Genova e Milano. La mattina del 26 febbraio si sono riuniti in Piazza Indro Montanelli, a Sesto San Giovanni, davanti alla nuova sede della compagnia per protestare e cercare di fermare il loro licenziamento. Sulla maglietta bianca a grandi caratteri rossi c’è scritto “lavoratore teamsystem ex-ibm licenziato”.

La Teamsystem è una compagnia che crea software gestionali per le aziende. Un anno fa ha acquisito il portafoglio clienti Acg (ex Ibm) per poi traghettarlo verso il proprio prodotto. Ma dopo 12 mesi ha deciso di ritirare il prodotto dal mercato e ha aperto una procedura di licenziamento collettivo. Ben 34 su 105 ex-dipendenti Acg stanno per perdere il posto di lavoro: quasi il 30 per cento della forza lavoro acquisita da Acg. Ma i lavoratori non ci stanno e scendono in piazza a protestare contro motivi che ritengono deboli e pretestuosi. “L’azienda manifestantipresenta un bilancio in positivo, non è in crisi”, sostiene Giulio Rossi, delegato della RSU interna di Roma. “Si tratta di un’azione meramente speculativa: la team system punta a quotarsi in borsa, e una volta che si saranno quotati vedremo che cosa succederà effettivamente perché potrebbe anche esserci una ristrutturazione che coinvolgerà non solo l’Acg, ma tutte le società del gruppo. Pensiamo che non si limiterà ai 34, ma andrà oltre”.

Al loro fianco si è schierata la Fiom nazionale, che ha indetto per la giornata del 26 febbraio uno sciopero di tutti i lavoratori del gruppo e un presidio degli stessi davanti alla Teamsystem. Per quella data era prevista l’inaugurazione della nuova sede della compagnia, con la presenza di tutti i business partner, ma è stata annullata e si terrà solo in video conferenza. Anche gli uffici per quella data erano deserti, assicura il sindacato. “Ciò che ci dà forza è che l’azienda abbia annullato l’iniziativa prevista per oggi – spiega Eliana Como, FIOM nazionale – perché evidentemente non hanno la coscienza tanto apposto e oggi non volevano incontrarci qua sotto”.

La trattativa con l’azienda va avanti, anche se al momento compagnia e sindacato sono ad un muro contro muro. La Teamsystem non ha ricevuto i rappresentanti sindacali, né è scesa a parlare con i lavoratori a presidio. Ho provato a contattare, per telefono e di persona, l’azienda, ma non mi hanno ricevuta né hanno rilasciato dichiarazioni. Intanto i dipendenti non si danno per vinti e continuano a far sentire la loro voce. Sono scesi sulla piazza virtuale dei social media con un loro profilo su Twitter, @trenta4dinoi, e il corrispettivo hashtag #trenta4di noi.

Hanno creato un blog, Licenziamentiatgteamsystem.wordpress.com, sul quale postano i progressi della loro battaglia. Alcuni di loro hanno anche partecipato al programma televisivo La gabbia, andato in onda il 22 febbraio su La7, dove hanno spiegato la loro situazione.

Anche il sindacato non demorde. “Noi andiamo avanti, questi licenziamenti vanno assolutamente ritirati”, promette Eliana Como. “Queste persone sono tutte laureate, altamente specializzate, iper professionalizzate. Dovrebbero essere le eccellenze del mercato del lavoro italiano e invece vengono trattate come carta straccia. Per noi è inaccettabile”.

Alessia Albertin