L'insegna del Teatro Lirico

L'insegna del Teatro Lirico

“Il Teatro Lirico sarà aperto per duecento sere ogni anno, ci saranno spettacoli e concerti, sarà un luogo di incontro per i giovani e per chi ama il teatro più tradizionale”. Parola di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, che martedì, insieme alla Giunta, ha stabilito i criteri per la concessione d’uso del Lirico a un nuovo gestore. Il teatro, chiuso da 14 anni, potrà tornare a vivere sotto la conduzione della società che presenterà “l’offerta economicamente più vantaggiosa”. Ma non solo.

Chi si prenderà in carico il Lirico per i prossimi trent’anni non potrà cambiarne il nome. In compenso dovrà ristrutturare il palazzo di Via Larga, gestirlo in ogni attività e presentare una programmazione di spettacoli di musica, teatro e danza – ma anche cinema e tv – che prenda il via il primo maggio 2015. Proprio il giorno dell’inaugurazione dell’Expo. Viste le condizioni in cui versa l’immobile, la scadenza sembra già proibitiva anche se non impossibile. I precedenti non aiutano.

La storia recente del Lirico è costellata di fallimenti: su tutti quello della “cordata” capeggiata da Gianmario Longoni, ex proprietario dello Smeraldo, che si aggiudicò lo scorso appalto prima che il progetto, troppo impegnativo, naufragasse nel mare di stop ai lavori imposti da Comune e Soprintendenza.

Ora che la sfida è stata lanciata di nuovo, il Comune aspetta solo che qualcuno la raccolga. Per ringiovanire un teatro di 233 anni, abbandonato a se stesso dal 1998, ci vorrà un progetto solidissimo. Ma l’assessore alla Cultura Stefano Boeri pensa positivo: “Il Lirico – sostiene – tornerà ad essere uno dei principali protagonisti della vita culturale della nostra città”.

Francesco Giambertone