Non ci sono ancora indagati, né ipotesi di reato ma la Procura di Milano ha deciso di indagare sull’allarme terrorismo scattato alla vigilia di Capodanno nel capoluogo lombardo. Tutto è accaduto quasi dieci giorni fa, come rivelato dal Corriere della Sera di martedì 9 gennaio. Il pomeriggio del 31 dicembre il direttore di un grande albergo in zona Fiera, a nord di Milano, ha segnalato alla polizia una prenotazione sospetta. Un uomo di origine marocchina ha riservato online una camera per tre persone dal 29 dicembre al 1 gennaio. Tre notti per 700 euro. Ma nessuno si è mai presentato, né ha chiesto un rimborso. Secondo la Polizia l’uomo in passato avrebbe contattato online un connazionale arrestato in Francia nel 2016 per aver fatto parte di una cellula jihadista.

Feste nel mirino? – L’Italia è l’unico grande Paese europeo che non ha ancora subito un attentato terroristico, per questo l’allerta era, ed è, alta. Ancor di più perchè nell’hotel di fronte era stata organizzata una festa per l’ultimo dell’anno con cinquemila giovani. I due alberghi sono vicini all’autostrada e si sospetta che sia stato scelto il luogo ideale per una fuga veloce verso la Svizzera. I carabinieri del Ros, nucleo antiterrorismo di Roma, Digos, prefettura, tutti si sono mobilitati per controllare il profilo del sospettato. I due hotel sono stati perquisiti ma non si è trovato nulla. La polizia poi ha tracciato le possibili vie di fuga, aumentando i controlli in altre zone considerate sensibili. Per esempio, il concerto di Capodanno in piazza del Duomo con Fabri Fibra, protetto con discrezione e con tiratori scelti sui tetti fino a quando l’allarme non è rientrato, a tarda notte. Ripensamento dell’ultimo minuto di un viaggiatore distratto o attentato terroristico sventato? Per chiarire la vicenda il capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili ha aperto un fascicolo.